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Ragusa: “Dobbiamo riscattarci. La salvezza del Messina viene prima del mio gol”

L’acquisto più atteso del mercato invernale del Messina è rappresentato dall’esterno Antonino Ragusa, che con i compagni vuole al più presto assicurarsi la salvezza diretta, distante appena un punto: “Siamo carichi e molto concentrati per fare bene e centrare il riscatto. Peccato sia andata male con la Turris, era uno scontro diretto ma dobbiamo pensare che sia stato soltanto un incidente di percorso. Vorrei sbloccarmi ma la cosa che mi interessa di più è centrare la salvezza. Per me va benissimo non segnare ma conquistare l’obiettivo”. 

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Ragusa anticipa Maldonado (foto Paolo Furrer

Il calciatore messinese, che sta gradualmente recuperando lo smalto dei giorni migliori, ha parlato ai microfoni dell’ufficio stampa del club: “Sento tanta fiducia da società e ambiente e voglio ripagarla con un gol ma l’obiettivo di squadra è più importante. Più minuti giochi prima entri in condizione fisica: mi fa piacere dare una mano ai compagni. Sono stato sei mesi senza squadra e sono arrivate diverse richieste che però non mi suscitavano nulla a livello emotivo. Cercavo una scintilla che scoccasse dentro ed è successo con la chiamata del Messina. Era una missione molto difficile ma ci stiamo riuscendo”.

Il Messina non si vede assegnare un rigore a favore da ben 71 partite, un autentico record, e ha contestato duramente quello concesso e poi fallito da Caturano nella trasferta poi vinta: “A Potenza il rigore mi ha fatto arrabbiare molto, mi sembrava un’ingiustizia per il gruppo che fa sacrifici importanti. Fortunatamente l’errore ci ha calmato. Ho trovato un grande gruppo, lavoriamo bene, siamo affiatati e vogliamo raggiunge l’obiettivo. Spero che il lavoro di questi mesi venga ricordato con piacere dalla gente. Andare sul dischetto non sarebbe un problema: qualche rigore ci poteva stare contro Monopoli e Andria. Il rammarico è non aver ottenuto quello che ci spettava”.

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Le proteste di capitan Ragusa (foto Paolo Furrer)

Ragusa vanta ben 245 presenze con 40 reti in B e 56 gettoni con altri 4 gol nel massimo campionato. In C era sceso soltanto ad inizio carriera con la Salernitana: “Tra gli allenatori che ho avuto chi mi ha lasciato qualcosa che poi mi sono ritrovato sono stati Marino, Di Francesco e Italiano. Hanno il loro modulo di riferimento che è il 4-3-3 e io da attaccante esterno con loro mi trovavo bene. Hanno idee di calcio divertenti e fanno giocare bene le squadre. Ho avuto la fortuna di giocare con tanti calciatori forti: ricordo soprattutto Lorenzo Pellegrini, attuale capitano della Roma, che ho incontrato al Sassuolo”. 

Una passione nata da piccolo lo ha portato anche sul palcoscenico europeo: “Ai tempi della piazzetta e della strada c’è soltanto divertimento. Nasce tutto dal puro istinto, poi nel tempo migliori grazie alle squadre, ai compagni e agli allenatori. Se sono arrivato in serie A e perfino in Europa League lo devo alla passione per il calcio, che spero di non perdere fin quando giocherò. I primi anni di professionismo non sono stati facili, perché da quindicenne ho lasciato la Sicilia per Treviso. Poi superato quel momento la mia carriera ha avuto un crescendo e mi sono tolto belle soddisfazioni”. 

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