Il calcio, in Italia e nel mondo, è lo sport più diffuso, per distacco. Coinvolge milioni e milioni di persone, appassionate di questo sport, che praticano direttamente, che guardano in tv o in streaming, oppure nei weekend sui campi di periferia, ma è capace anche di creare adrenalina nel cercare di indovinare uno o più risultati delle sfide in programma. A tal proposito chi non ricorda la schedina del totocalcio? Certo, non è più tempo di scrivere i possibili 1, X o 2 su carta, questo rientra nella memoria di chi ha in testa già ben più di qualche capello bianco, ma anche per questa attrazione, come per moltissime altre, è entrato in campo il mondo del digitale.
Però, ancora oggi, giocare al totocalcio non solo è possibile, ma assume anche i connotati di un autentico rituale per molti tifosi e appassionati di calcio. Ciò permette di vivere con ancor più emozione, attenzione e coinvolgimento le competizioni calcistiche, investendo piccole somme in una puntata, confidando che si concretizzi in una soddisfacente vincita. Il Totocalcio attuale ha una modalità di svolgimento differente rispetto a quello che prese vita nel 1946, l’anno di nascita di quello che rimane il gioco più famoso e conosciuto di tutti i tempi in ambito sportivo. All’epoca la Sisal, ente organizzatore della schedina, l’aveva predisposta per prevedere 12 risultati, evolutasi poi nel 1951 quando venne aggiunta una gara da indovinare, giungendo a quel fatidico 13 che è diventato per oltre mezzo secolo il sogno di tanti italiani, più o meno appassionati e intenditori di calcio.
Del resto, il meccanismo era davvero semplice e alla portata di tutti. Ogni gara inserita nell’elenco doveva essere pronosticata con uno dei tre segni fatidici, 1, X o 2, e si vinceva se li indovinavi tutti, ovvero facevi 13, ma anche con il 12 che regalava una vincita ovviamente ridotta. Il 13 invece registrava anche cifre da capogiro all’epoca considerato che non si calcolava in anticipo, come avviene attualmente, ma dipendeva dal montepremi, ovvero da quante giocate c’erano state in quella settimana per quel determinato concorso. L’avvento delle scommesse online, ma anche lo ‘spezzatino’ di una giornata di serie A dovuto alla trasmissione delle gare in tv in orari e giorni diversi, ha un po’ tarpato le ali al concorso che nel 2003 ha provato un ulteriore passo avanti, introducendo il 14, evento da indovinare, aumentando le possibilità di vincita.
Senza successo però, piano piano il Totocalcio ha intrapreso una parabola discendente inesorabile, fino a chiudere definitivamente i battenti. La resurrezione però c’è stata grazie alla conversione nel digitale, modalità che ha riportato in auge proprio il Totocalcio, organizzato in maniera diversa rispetto al passato e probabilmente anche per questo capace comunque di riconquistare l’affetto di tanti sportivi e appassionati, attratti dalla nuova formula che prevede l’inserimento negli eventi calcistici da indovinare non solo la serie A e la serie B, ma anche i più importanti campionati europei, come La Liga, la Premier League, la Ligue 1 e la Bundesliga. Un Totocalcio dunque che, seppur con metodologie differenti, tiene botta anche a quasi 80 anni dalla sua prima schedina: chapeau!