Il tecnico del Messina Gaetano Auteri è costretto a commentare l’ennesima prova deludente e non cerca alibi in sala stampa: “Mi vergogno e chiedo scusa, abbiamo toccato il fondo. I tifosi è normale che contestino, siamo tutti capri espiatori. È un momento duro, devo scusarmi perché non è stata una partita di calcio. Su questo campo non si poteva giocare, non si stava in piedi. Abbiamo preso un gol su un tiro da ventidue metri su calcio piazzato, con Lewandowski che è scivolato nel fango. Non abbiamo giocato e sono emersi tutti i nostri limiti evidenti. Non abbiamo tenuto una palla davanti, a differenza loro che riuscivano a tenerla, pulirla e trovare qualche passaggio negli ultimi trenta metri”.
L’ex tecnico del Pescara ritiene che la sonora contestazione non aiuti comunque un gruppo giovanissimo: “L’ambiente non è bello. Io scelgo la strada del sostegno alla squadra, che in passato ha dimostrato di potere fare bene. Ci sono ancora tante partite da giocare. Ovviamente si può contestare il presidente, tutto e tutti. Potrei dire che non ci sono le condizioni minime per giocare ma non cerco alibi. Qualcuno ha un atteggiamento negativo e non è pronto mentalmente ad affrontare tutte queste difficoltà”.
Auteri però non vuole gettare la spugna: “Non ho la sfera magica. Ci sono tante partite da giocare, il campionato non finisce con il girone d’andata. Nessuno si aspettava di potere essere in questa situazione anche per quanto visto in allenamento, ma diventa difficile fare la vittima, non mi appartiene. Il gruppo è sano, non ha grandi problematiche, anche se qualcuno è meno pronto. Ci sono tanti giovani alle prime esperienze e nelle difficoltà c’è chi si perde. Ma non possiamo mollare la presa, soprattutto io che sono il responsabile di questa squadra. Sarebbe troppo facile adesso abbandonare la barca”.
Il tecnico originario di Floridia ancora una volta si schiera comunque al fianco del presidente Sciotto: “Le condizioni di lavoro non sono ottimali ma la proprietà non ci fa mancare niente. Andrebbe sostenuta, investe le proprie risorse per questa squadra. Purtroppo in questo momento si poteva costruire una squadra di questo tipo, in linea con queste possibilità economiche. Anche perché al campo, che potrebbe ospitare grandi folle, si presentano sempre in cinquecento, ovviamente anche per nostra responsabilità, visti i risultati. Ma nel momento del bisogno serve l’aiuto dei tifosi. Preferisco comunque essere io il bersaglio al posto dei ragazzi. L’allenatore deve essere bravo a valorizzare quello che ha”.