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“Lei conosce Arpad Weisz?”, una famiglia tra campo da calcio e campo di sterminio

“Steli”, l’urban performance presentata dal gruppo Stalker Teatro di Torino (domenica 17 luglio, Lido Horcynus Orca, ore 18,30), “Lei conosce Arpad Weisz?” della compagnia Menoventi di Ravenna (lunedì 18 luglio, Cortile Calapaj-D’Alcontres, ore 20,45) e la meditazione visio-poetica “Chorea Vacui”, proposta da Teatringestazione di Napoli (giovedì 21 luglio, Lido Horcynus Orca, ore 21 e 22) sono i prossimi tre appuntamenti dell’XI edizione del “Cortile Teatro Festival”.

Steli
“Steli” è una performance interattiva, dal forte impatto visivo

“Steli” è un intervento urbano della compagnia Stalker Teatro. Una performance interattiva, dal forte impatto visivo, che si rivolge a un pubblico eterogeneo, curioso e attento alle novità. Uno spettacolo dal vivo visionario, un ponte tra arte visiva e performing art, adatto a luoghi non convenzionali. La Compagnia Stalker Teatro è attiva professionalmente da quarant’anni nel campo dell’educazione e della sperimentazione teatrale. Produce spettacoli, performance ed eventi di teatro partecipato con un forte vocazione sociale e che spesso prevedono il coinvolgimento diretto degli spettatori. Opera principalmente a Torino e a Biella. Il concept è di Gabriele Bonaccini, original score di Riccardo Ruggeri e Simone Bosco, performers sono Stefano Bosco, Dario Prazzoli, Sara Ghirlanda e Silvia Sabatino.

“Lei conosce Arpad Weisz?” è un reading tratto da “Dallo scudetto ad Auschwitz” di Matteo Marani, con Consuelo Battiston e Beatrice Cevolani; riduzione e regia di Gianni Farina. Il testo di Marani avvolge lo spettatore e lo spiazza incessantemente. Da questo accerchiamento ludico e sinistro, che rimanda all’inesorabile stretta di leggi e divieti che spianò la strada all’olocausto, emergono due pulsioni contrapposte: l’amore per lo sport, per il calcio, e lo sconcerto per la feroce stupidità umana.

Lei conosce Arpad Weisz
Un momento di “Lei conosce Arpad Weisz?” (foto Paolo Cortesi)

La storia di Arpad Weisz è urticante e meravigliosa, in essa convivono l’entusiasmo per un allenatore che ha rivoluzionato “Il giuoco del calcio” e il fastidio destato dal contegno degli italiani e degli europei di fronte allo strisciante antisemitismo che stava ammorbando il continente. Al centro di questo assedio emotivo troviamo una famiglia in fuga, due bambini braccati, rigettati dalla scuola, privati di una lingua, separati dagli amici. L’inesorabile palleggio tra il campo da calcio e il campo di sterminio riverbera nel progetto sonoro del reading che, congiuntamente al testo, reinventa ambienti e vibrazioni per restituire una storia che un silenzio di settant’anni non è riuscito a cancellare.

“Chorea vacui” (regia e cura della visione: Gesualdi/Trono, con Giovanni Trono), meditazione visio-poetica, è un dispositivo di provocazione del visibile, un percorso sonoro il cui meccanismo è mosso dalle indicazioni del testo in relazione allo spazio fisico e misurabile che accoglie gli spettatori.

Chorea Vacui
“Chorea vacui” è una meditazione visio-poetica

La dinamica attivata provoca un’estensione della sensibilità “visiva”, che trasporta gli spettatori in una dimensione poetica fuori misura, dove tempo e spazio, storia e presenza, materia e antimateria, visibile e invisibile, si congiungono generando un’ulteriore possibilità di percepirci insieme un corpo vivo. Sentiamo la necessità di rispondere a questo tempo tragico, che ci coglie tutti indistintamente e oltre ogni confine, con un atto di provocazione poetica, generando una soglia oltre la quale vogliamo credere sia possibile riconoscerci parte della stessa materia, corpi fra i corpi, atomi tra gli atomi, sostanza incrostata d’animale e di stelle; superare il principio di centralità e supremazia dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura, a favore di un’appartenenza all’infinito universo.

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