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Raciti miglior tecnico siciliano: “Dedico il premio al Messina. Auteri? Il top”

La salvezza conquistata con il Messina è valsa il premio di migliore allenatore professionista siciliano a Ezio Raciti, da parte dell’Aiac Catania, che il 7 luglio scorso ha organizzato il Galà dell’Allenatore. “Ho ritirato due premi, perché sono stato votato sia dai giornalisti che dai colleghi. Credo sia stato valorizzato quanto di importante abbiamo saputo fare sul campo. Si è detto spesso che con me l’Acr ha ritrovato serenità, ma sono migliorati anche il rendimento di attacco e difesa e la tenuta atletica. Abbiamo raccolto risultati importanti fuori casa e la salvezza con due giornate di anticipo senza playout. Un’impresa tutt’altro che scontata, che spero non sia dimenticata”. 

Aiac
Il logo dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio, che ha premiato Raciti

Non sono mancati i complimenti da parte dei suoi ex calciatori: “Abbiamo giocato ottime partite, non è stato frutto del caso ma del lavoro e dei concetti. La gratificazione più grande è l’affetto dei ragazzi. Ho sentito tutti in queste settimane, una volta concluso il rapporto con il Messina e dopo questo premio, che condivido con lo staff e gli interpreti che sono scesi in campo, che hanno recepito quello che volevo e lo hanno dimostrato alla grande”.

La società ha scelto per la sua successione Gaetano Auteri, che peraltro dovrebbe essere ancora affiancato dai collaboratori di Raciti, Cinelli, Onorati e Restuccia: “È forse l’allenatore più quotato in serie C. Un profilo importante, si evince che punteranno a un campionato di alta classifica, perché Auteri accetta una destinazione se può puntare ai primi posti. La mia sostituzione quindi ci sta, anche se non ho sentito il club. Non avendo profili social, non ho potuto ringraziare i tifosi. Saluto loro, lo staff e la squadra. Un abbraccio particolare va a Giovanni Cirino”. 

Ezio Raciti
L’ormai ex tecnico del Messina Ezio Raciti (foto Paolo Furrer)

Raciti non nasconde un po’ di amarezza ma confida in un’altra occasione: “Speravo di concludere diversamente il nostro rapporto, apprendere la notizia dai giornali non è il massimo, anche perché nel frattempo avevo detto di no ad altre squadre. Spero di trovare un progetto che mi possa fare divertire. Faccio calcio con entusiasmo e cuore, anche per questo non sento troppo la pressione. Ringrazio sempre il presidente Sciotto per la fiducia e gli ex direttori Lo Monaco e Argurio che mi hanno portato in prima squadra dalla Primavera. Resterò molto legato ai colori giallorossi, senza polemiche”. 

Raciti rivendica le risposte ottenute praticamente da tutto il gruppo: Marginean e Fofana sono stati decisamente valorizzati. Lo stesso vale per Busatto e Gonçalves, che comunque era già esploso con mister Capuano. Il presidente mi ha accontentato su Rizzo, che sapevo potesse rappresentare l’ago della bilancia. Ho recuperato Russo, che dopo un girone di ritorno importante ora è in una big come l’Avellino. Carillo e Celic, aiutati da Camilleri, hanno riscattato un girone di andata con luci e ombre. Anche Damian è stato fondamentale dopo un’andata a corrente alternata. E ho portato in prima squadra sei Primavera: Giuffrida, Nicosia, Veca, D’Amore, Maisano e Spaticchia. Con i ragazzi eravamo a tre punti dai playoff a quattro giornate dalla fine, ma poi dopo il passaggio in prima squadra l’obiettivo è sfumato”. 

Leonardo Caruso
Il portiere Leonardo Caruso ha trovato poco spazio (foto Nino La Macchia)

Ha fatto discutere invece la gestione del terzo portiere, Caruso, tra i protagonisti della promozione: “Sulla gara con la Turris, a salvezza acquisita, c’erano tante speculazioni e mi confrontai con il presidente, che chiese di schierare il migliore undici possibile. Scelsi Lewandowski, che era stato sempre titolare, e lo comunicai a Caruso, che mi chiese anche soltanto qualche minuto per potere debuttare in C. Quando sono arrivato Michal era spento e rimase in panchina per due gare. Poi ha giocato un girone di ritorno importante e sinceramente possiamo rimproverargli soltanto un retropassaggio sbagliato”.

Caruso non ha nascosto il suo disappunto ma Raciti ribadisce che a volte bisogna fare scelte impopolari: “Comprendo la sua amarezza, ma per me gioca sempre il più meritevole. Dopo Avellino il ragazzo ebbe uno scatto d’ira perché sosteneva di meritare più spazio, ma il preparatore dei portieri era d’accordo con me: Lewandowski in quel momento ci dava più garanzie a livello di forma. Sono stato chiaro e coerente e non ho rallentato la crescita di nessuno. Chi non è ancora pronto deve impegnarsi di più per superare chi gioca. A Palermo ho sostituito Rizzo e Damian nell’intervallo: erano tutti sorpresi ma poi la rimonta mi ha dato ragione. Alleno da 32 anni e ho sempre avuto rapporti splendidi con i calciatori. Come tutti commetto degli errori ma motivo sempre le mie scelte”. 

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