Giuseppe Pavone forma un collaudato tandem con Zdenek Zeman, il sogno del presidente Pietro Sciotto, che ha quasi sempre affidato la panchina del suo Messina ad allenatori che si sono apertamente ispirati al boemo o ci hanno lavorato. L’ex centrocampista, chiusa una carriera da quasi 500 presenze, principalmente con Foggia, Cavese, Taranto e Inter (con cui realizzò sette reti in 57 gare), ha iniziato la carriera da dirigente nel 1986. Ovviamente nel “Foggia dei miracoli” di Zeman, che negli anni ’90 sfiorò perfino la qualificazione alla Coppa Uefa.
Poi tante esperienze, con Salernitana, Fiorentina, Avellino (dove ritrovò il presidente Casillo e Zeman), Manfredonia, Cavese e Barletta. Infine l’ultimo ritorno a Foggia, dove i risultati sono stati lusinghieri, se si considerano il settimo posto conclusivo e le vittorie ai playoff contro la Turris e il più quotato Avellino, peraltro in trasferta. Nella fase nazionale un successo per 1-0 e una sconfitta per 2-1 contro la Virtus Entella, qualificata in virtù del migliore piazzamento nella stagione regolare.
Eppure ai rossoneri l’avanzamento al terzo turno dei playoff non è bastato e la separazione con il presidente Nicola Canonico, che punterà su mister Roberto Boscaglia, è stata burrascosa. “A sentire qualche commento l’esperienza di Foggia non è stata esaltante. A mio avviso abbiamo fatto un grande campionato, ma – ripeto – qualcuno non è di questo avviso”, sottolinea con amarezza Giuseppe Pavone ai nostri microfoni.
L’esperto dirigente pugliese ammette i contatti con il Messina e altre due società affiancate con decisione al suo nome e a quello di Zeman: “C’è stato qualche contatto con il presidente Pietro Sciotto però è presto per dire che è cosa fatta. La Viterbese? Se i giornali lo dicono qualcosa di vero magari c’è… Il Pescara? Ne abbiamo discusso ma poi hanno fatto altre scelte. Non possiamo ancora sapere cosa ci riserverà il prossimo futuro e se torneremo quindi ancora in pista”.
Pavone ha incrociato il Messina da avversario e promuove il lavoro condotto da Christian Argurio prima e Marcello Pitino dopo: “Sinceramente ci ha fatto una buona impressione. In rosa ci sono molti giovani interessanti. Da quello che mi dicono pesa l’assenza di strutture adeguate per gli allenamenti ma è un problema comune a tutto il Sud Italia. E non abbiamo approfondito la questione”.
Sulla possibile intesa con l’Acr, l’ex ds del Foggia preferisce non sbilanciarsi: “Secondo me è tutto prematuro. Ci prenderemo ancora qualche settimana per decidere, anche perché formalmente siamo sotto contratto fino a fine mese con il Foggia e quindi a maggior ragione non potremo impegnarci ufficialmente. Dal primo luglio ci guarderemo attorno”.
Pavone è consapevole che Messina per Zeman non è una piazza come le altre: “Lì è stato bene e ha fatto benissimo, con Salvatore Massimino presidente. Fu un bel campionato, coinciso peraltro con l’exploit di Totò Schillaci”. Che si trasferì poi alla Juventus, chiudendo con 77 reti complessive la sua lunga esperienza in giallorosso. “Era un altro calcio, più umano”, sottolinea con un po’ di nostalgia l’ex centrocampista originario di Barletta.
Pavone indica infine le possibili battistrada: “Catanzaro e Avellino saranno sulla carta le favorite. Ma anche il Crotone andrà seguito con attenzione e ci sono le outsider di turno che emergono ogni anno. Impossibile comunque fare nomi adesso, vedremo cosa dirà il mercato e c’è tempo fino ad agosto per vedere delinearsi i rapporti di forza”.