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Vittorio Emanuele, Gianfranco Jannuzzo ne “Il berretto a sonagli” di Pirandello

“Il berretto a sonagli” prende spunto da due novelle: “Certi obblighi” e “La verità”. In entrambi i casi si narra di un marito che, nonostante sia a conoscenza dell’adulterio della moglie, lo accetta con rassegnazione, ponendo come unica condizione la salvaguardia dell’onorabilità. La società costringe gli individui ad apparire rispettabili, obbedendo a precisi codici di comportamento; in realtà tutto è permesso purché si salvino le apparenze. La vicenda trascende, nel suo giuoco beffardo, la realtà dell’ambiente, ma non si sarebbe potuta realizzare al di fuori di quella.

Una scena de “Il berretto a sonagli”

Ciampa, scrivano in una cittadina all’interno della Sicilia, è inserito in una società piccolo-borghese, condizionata dai “galantuomini”, ma non esclusa da un rapporto attivo, anche se subalterno, con la classe superiore. La morale sessuale è pur sempre sofisticata, ma acquisisce il decoro convenzionale e ipocrita del codice borghese del perbenismo, sul quale la beffarda rivalsa del subalterno gioca una sua partita arguta e teorizza il sistema pratico, socio-morale delle “tre corde”: la seria, la civile e la pazza.

Il personaggio di Ciampa proposto da Gianfranco Jannuzzo è il distillato di questa contaminatio pirandelliana e si muove con pacatezza e lucidità nell’arco dei sentimenti di dolore, furore, pietà e ironia che permeano il suo essere ora uomo, ora pupo, ora personaggio. Una recitazione sommessa che cova la sua esplosione, un personaggio ragionante eppure tempestato di offese laceranti. Pieno di rassegnazione pur di mantenere gli affetti, Ciampa si ritrova in una sorta di triangolo con la moglie Nina e il Cavalier Fiorica.

Nina e il Cavalier Fiorica al centro del tradimento

Il recupero del copione originale consente di evidenziare la spontaneità della vis comica pirandelliana; Inoltre il reinserimento di alcune scene tagliate permette di identificare meglio e la tematica dell’opera e i caratteri dei personaggi. Nel primo atto la protagonista afferma che ogni notte ha la tentazione di ammazzare il marito e Fifì accusa la sorella di un’ambiguità sessuale, che sarebbe a suo dire il problema per cui il marito cerca altre donne, mentre nell’atto secondo è significativa la scena dello scorpione nella biancheria, indicatore del tradimento nella casa.

Per dare maggiore impatto emotivo si è anche aggiunto un prologo in flashback all’inizio dello spettacolo, dove gli amanti clandestini vengono colti in flagranza di reato ed arrestati, scena che non esisteva e di cui si sentirà il racconto durante la commedia. L’ambientazione, collocata nell’immediato dopoguerra, permette di recuperare certe situazioni tipiche del mondo siciliano e in particolare agrigentino di quel tempo.

Ciampa finge di ignorare il tradimento della moglie

Le musiche di Mario D’Alessandro riportano a sonorità forti e terragne che hanno caratterizzato la produzione cinematografica dei film di ispirazione siciliana degli anni ’50. La scenografia di Carmelo Giammello è ispirata alle case siciliane dell’epoca, dove si era soliti coprire le pareti con i teli neri e tutti i mobili e le finestre con dei drappi, metafora di un desiderio di non contaminazione e conseguentemente di una mancanza di rapporto tangibile con le cose e le persone. L’appuntamento al Teatro Vittorio Emanuele è per sabato 28 maggio, alle ore 21, e domenica 29, alle 17:30.

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