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Messina

Ester Pantano e Blas Roca Rey portano “L’Odore” in carcere al Vittorio Emanuele

Sabato 7 maggio alle ore 21 e domenica 8 alle 17:30 andrà in scena al teatro Vittorio Emanuele di Messina il testo di Rocco Familiari “L’odore”, prodotto da Marta Bifano e Francesca Pedrazza Gorlero per Loups Garoux produzioni srl, per la regia di Krzysztof Zanussi, con Blas Roca Rey, Ester Pantano, Monica Rogledi e Andrea Pittorino, musiche di Francesco Forni e scene di Gaetano Russo. Il lavoro, una produzione Loups Garoux Produzioni di Marta Bifano e Francesca Pedrazza Gorlero, realizzato per la prima volta al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 2003, riprende vita in una forma ampliata.

Ester Pantano
La catanese Ester Pantano ne “L’odore”

Siamo alla fine degli anni ’60, Anton è un ergastolano, condannato per delitti politici, dotato di una sua etica personale che lo porta ad accettare la dura pena inflittagli, considerandola anche un giusto castigo per la sconfitta degli ideali che lo hanno portato a compiere dei gravi reati. Ha una moglie, Marie, più giovane di lui e bellissima, il cui ricordo lo ossessiona. Soprattutto l’odore di lei, che è presente, sensazione fisica, in un’ebbrezza totale dei sensi e dell’anima.

In cella con lui c’è il giovane Andrea, al quale l’ergastolano parla continuamente della sua ideale relazione con la moglie, specialmente la notte, quando i sogni, o meglio gli incubi, gli impediscono di dormire; il ricordo di lei gli consente di resistere in quella condizione di isolamento diventando anche motivo di tormento. Il giovane ottiene la semilibertà, anche grazie ad Anton che, nella biblioteca da lui stesso organizzata, lo educa alla lettura per una sua futura emancipazione: Andrea di giorno può lavorare fuori dal carcere, ma la sera deve rientrare in cella. Anton impone ad Andrea di andare a trovare la moglie e portarle una lettera.

Ester Pantano e Monica Rogledi in scena

Il giovane, pur desiderando ardentemente incontrare la donna di cui ormai conosce ogni dettaglio, sia per i racconti del marito, che per le sue peccaminose fantasie adolescenziali, dapprima si rifiuta, sentendosi scoperto, poi accetta e intreccia una relazione con Marie, portandosi addosso in carcere, ogni sera, il suo “odore”. Era proprio questa l’intenzione di Anton che può, in tal modo, continuare ad amare, sia pure attraverso Andrea, la sua compagna. Non si tratta di un triangolo amoroso, ma di tre solitudini, tre disperazioni che cercano ognuno, qualcosa di impossibile: Anton e Marie la loro intimità di un tempo, Andrea un amore esclusivo che non potrà mai avere, in un finale a sorpresa.

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