Le dieci reti incassate nelle precedenti due gare esterne con Turris e Virtus Francavilla sembravano un’eredità funesta per un Messina atteso dalle proibitive trasferte di Palermo e Bari. E invece i peloritani sono riusciti a portare a casa ben quattro punti, centrando l’impresa della stagione al “San Nicola”, che non era mai stato violato nelle precedenti undici partite. Soltanto Paganese, Foggia e Catania erano riuscite a strappare un pareggio sul campo della capolista. Una gioia che ripaga gli appassionati, costretti a fare i conti con un’annata fin qui sofferta, e annulla l’amarezza per il possibile successo sfumato al “Barbera”.
Il nuovo corso del consulente Manfredi e del ds Pitino si apre quindi nel migliore dei modi. Merito della ritrovata tranquillità garantita al gruppo, che sembra avere beneficiato anche della vicinanza del presidente Pietro Sciotto, che ha potuto toccare con mano e superare precedenti lacune organizzative. Esordio felice anche per la nuova divisa, che ha proposto un’azzeccata combinazione cromatica sul petto, a differenza della versione proposta nei mesi scorsi. Ma sarebbe ingeneroso considerare tutto nero quanto accaduto nel recente passato e tutto bianco quanto si sta concretizzando nelle ultime settimane.
Gli innesti di elementi esperti come Rizzo, Piovaccari e Statella ma anche la voglia di emergere di Trasciani, subito in gol, si sono rivelati determinanti come le conferme del gruppo allestito in estate e tante volte finito sul banco degli imputati. Ben dieci degli elementi impiegati a Bari, nove tra i titolari, erano stati tesserati in estate dal consulente Lo Monaco e dal ds Argurio, che si sono fatti da parte dopo la lunga sosta per il Covid e le incomprensioni con la proprietà. Lewandowski, che magari sta beneficiando della pressione indotta dal rientrante Caruso in panchina, è stato decisivo su Cheddira. Celic ha confermato i progressi al centro della retroguardia, Fazzi ha ispirato Trasciani dopo avere sfiorato la rete. Fofana ha condotto le danze, imbeccando Gonçalves, altra scommessa vinta, dopo un provvidenziale recupero di Konate.
Il calcio è così beffardo che un brutto anatroccolo sembra essersi trasformato in cigno nell’arco di pochi giorni. Conforta anche la ritrovata freschezza atletica, con il Messina che in un “San Nicola” ormai deserto ha continuato ad allenarsi in vista delle prossime uscite agli ordini del suo preparatore. Dettagli che potrebbero fare presto la differenza in chiave salvezza. La vittoria del Monterosi lascia invariato il -5 dalle posizioni che garantiscono la permanenza diretta, anche se il Catania subirà un’altra penalizzazione. Incassato un successo chiave per autostima e classifica, il Messina dovrà trovare continuità già sabato contro un Foggia in caduta libera. La formazione di Zeman, prima prossimo all’addio e poi riconfermato, ha raccolto appena tre punti nelle ultime sei gare e contro la Fidelis Andria ha rischiato il quarto ko consecutivo.
Nonostante l’infortunio di Burgio, che dovrebbe essere indisponibile per circa due settimane, il progressivo inserimento dei nove volti nuovi può facilitare il compito di mister Raciti, tornato al 4-3-3 che il suo vice Cinelli aveva già proposto con Sasà Sullo in panchina.
Non dovrebbero concretizzarsi altre novità di mercato, anche se il difensore centrale Francesco Cernuto, milazzese ex Venezia e Paganese, si è allenato per qualche giorno con il gruppo. Il passaggio alla difesa a quattro rischia d’altronde di limitare il minutaggio dei centrali, con Angileri, Fantoni e Camilleri già pronti a subentrare in caso di necessità. La lista “bloccata” da 25 elementi sarà gestita con cautela dal ds Pitino, che in caso di infortuni potrà spendere soltanto due gettoni, uno per il portiere e uno per un giocatore di movimento, senza potere escludere nessun’altro dei calciatori inseriti. Il Messina ha 30 elementi sotto contratto ma Fantoni e Busatto, in virtù della “valorizzazione” concessa dal Vicenza sono fuori dal conteggio, in cui entra invece l’altro 2002 Dipinto, che ha appena siglato un biennale. Al momento restano esclusi Fusco e Distefano, mentre per i vari Morelli, Catania e Matese si attende l’esito di esami medici e allenamenti. I loro ritorni non sono una chimera e potrebbero rappresentare nuovi innesti per un Messina rigenerato e adesso voglioso di stupire, proprio come auspicava in estate il presidente Sciotto.