Il nuovo spazio espositivo del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, nell’ambito del progetto “L’Opera al Centro” curato da Giuseppe La Motta, ospiterà la mostra “Viaggimmaginari”, di Concetta De Pasquale, con i testi di Milena Romeo. Le venticinque opere comprendono acquarelli e dipinti soprattutto su carte nautiche con tante storie intrappolate che lei legge e tira fuori con rispetto. La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, escluso il lunedì, dal 28 gennaio all’8 febbraio nelle fasce orarie 10.00/12.30 – 16.00/18.40.
Le tecniche usate sono olio, catrame e muffe marine su carta nautica; olio e catrame su carta; acquarello su carta storica (porto di Messina e porto di Montecarlo che dialogano), tecnica mista su carta di cotone. La De Pasquale accumula carte e accumula storie. Alcune vengono dall’inabissamento di una barca a vela nel porto di Palermo dal nome “Giramondo” che lei ha spazzolato, pulito, recuperato; altre vengono da una amica armatrice, sponsor di progetti comuni che le ha inviate carte usate; altre, nuove, provengono dalla Marina Militare; altre dal Cartografico di Genova; altre dall’Oceanografico del Principato di Monaco con fogli fini e impalpabili.
E ricomincia il viaggio, su rotte immaginate, riviste e ripercorse con i sentieri della fantasia. Ogni carta ha un suo racconto. Attraversa virtualmente il Mar Tirreno, l’isola di Minorca, Capo Passero, il golfo di Napoli, lo stretto di Bonifacio, Portofino, Genova, Sanremo, Capo San Sebastian, Piombino. Chiusa al mondo, come tutti, nei lunghi mesi di isolamento, si è spostata dipingendo. Concetta De Pasquale nasce a Salò (BS) nel 1959.
Trasferitasi in Sicilia con la famiglia negli anni Settanta, si laurea a Messina in lettere, specializzandosi ad Urbino in Storia dell’Arte. Successivamente si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove avrà modo di frequentare gli studi degli scultori Fausto Melotti e Nanni Valentini, suoi maestri nell’uso minimale e rigoroso della materia. Poi apre il suo primo studio di pittura a Messina e inizia a esporre i suoi lavori performativi e materici e le sue Terre.
Negli anni Novanta, dopo le prime esperienze artistiche con materiali diversi, la sua attenzione si ferma sulla carta che diventa supporto privilegiato per una pittura organica essenziale ed intima che indaga il corpo nella sua doppia valenza, fisica e spirituale. La sua è una pittura visionaria che scaturisce dall’esperienza che il proprio corpo compie incontrando direttamente la carta. Le sue opere sono presenti in Musei e in importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.