All’interno di “Next”, sul portale Reggioacanestro, il tecnico della Fortitudo Messina Claudio Cavalieri ha raccontato la propria quarantena nel periodo natalizio, che lo ha privato del conforto più importante, la palla a spicchi: “Dobbiamo capire che il momento difficile non è finito. Una volta conclusa la mia disavventura sono scappato subito in palestra per ritornare a respirare l’aria che mi mancava tanto. La situazione è complessa ma non dobbiamo mai perdere il sorriso, consapevoli che adesso lo strumento del vaccino ci aiuta sensibilmente. Non posso definirmi sfortunato: faccio quello che più mi piace e mi aggrappo a valori come lo sport per uscire da questa situazione”.
Il rischio di prendere sottogamba il momento secondo l’ex giocatore c’è. A risentirne chi investe, come la sua società, sulla crescita dei giovani: “A inizio anno vedevo i giocatori alle prese con ben poche distrazioni, erano immersi in una bolla. Oggi invece è tutto aperto e la situazione ne risente così come le stagioni sportive. Questo è un danno principalmente per quelle società che inseguono un traguardo sportivo. Noi come Fortitudo vogliamo valorizzare i giovani e anche in questa direzione la situazione non è semplice. I campionati giovanili sono quelli più a rischio: gli atleti più piccoli non seguono le precauzioni sanitarie e questo complica un loro rientro in palestra a pieno regime”.
Con la Federazione il dialogo è costante per individuare i possibili correttivi e superare le difficoltà delle ultime stagioni: “Vedo la Federazione molto presente, ascolta spesso le società, ci sta vicina ed è certamente un bene. Continuiamo a navigare a vista, ci portiamo dietro ritardi sensibili come quello del settore Minibasket che rispetto ad altre regioni sconta evidenti limiti sia a livello numerico che strutturale. Inoltre manca una condivisione tra le società, non c’è una volontà di crescere a livello complessivo”.
In chiusura un ricordo di quella che negli anni Duemila fu la squadra principe in città e portò l’ala di Ostia in riva allo Stretto: “La Pallacanestro Messina ha militato ai massimi livelli per cinque anni. Si partì completamente da zero e il lavoro portato avanti dai coach Iracà e Bolignano fu indiscutibile per creare un settore giovanile ampio. A Messina ormai da anni manca una società di vertice, si fa fatica a trovare un presidente e figure carismatiche come ai tempi lo sono stati i vari Piccolo e Caruso. Adesso la situazione è completamente differente anche a livello di sponsor, che difficilmente operano ai nostri livelli. Manca la progettualità”.