Manca poco alla partenza di Antonio Ricciari per la Dakar Classic 2022. Il pilota messinese sarà il primo concorrente siciliano della storia a gareggiare nella celebre corsa con validità nel mondiale FIA. Lunedì 27 dicembre partirà per Jeddah, la città dell’Arabia Saudita che accoglierà i partecipanti.
La gara inizierà l’1 gennaio da Ha’Il con la prova di Shakedown che determinerà l’ordine di partenza. L’arrivo è previsto per il 14 gennaio a Riyadh. Oltre 8.000 i chilometri da percorrere, con dodici tappe e 4300 km di prove speciali. La più insidiosa si annuncia la “Tappa Marathon”, che si svolgerà senza assistenza tecnica per due giorni ma anche le prove di Navigazione con Cap si annunciano molto selettive.
La sua auto una Mitsubyshi Evolution 3.5 da alcune settimane ha già raggiunto il porto di Jeddah, sede delle verifiche sportive e tecniche a cura dell’organizzazione ASO. Prima della partenza i tecnici della Rteam RalliArt, la prestigiosa scuderia italiana per la quale corre Ricciari, vincitrice di tornei nazionali e internazionali, avevano messo a punto la vettura pronta a dare a battaglia in un percorso affascinante e pieno di insidie.
Ad affiancare Ricciari come navigatore sarà Marco Giannecchini, pilota esperto del team e già campione italiano con Renato Rickler, team manager del gruppo, al Tout Terrain, ed esperto navigatore di rallye. Nella Dakar Classic Ricciari se la vedrà con 148 agguerriti equipaggi in categoria Classic. “Mi sento abbastanza pronto, anche se nessuno di noi sa cosa aspettarsi veramente alla Dakar – ammette Antonio Ricciari –. Della gara sappiamo poco ma ogni giorno che passa l’organizzazione ci sta fornendo delle informazioni che serviranno ad affrontare questa avventura fatta di scenari e terreni incantevoli ma allo stesso tempo irti di imprevisti. La vivrò giorno per giorno tra le dune e le rocce nei deserti dell’Arabia Saudita”.
Non mancheranno le insidie: “Le prove speciali saranno molto selettive nella tappa Marathon e nelle prove di orientering con il solo ausilio del GPS e senza radar, emozioni e difficoltà che solo una gara come la Dakar può dare e che appunto la contraddistingue da tutte le altre al mondo. Affronteremo questa sfida con tutto l’impegno che è richiesto, sia fisico che di concentrazione. Da qui in avanti non ci è concesso mollare la presa, daremo il massimo fino in fondo e come ogni tanto mi concedo di dire: se non sei qui con la soluzione fai parte del problema”.
In questi mesi il concorrente siciliano si è preparato scrupolosamente con allenamenti specifici e seguendo un regime alimentare controllato per essere pronto ad affrontare “i digiuni” della Dakar, dove sarà possibile alimentarsi soprattutto con barrette proteiche, bevande ipocaloriche ricche di vitamine e sali minerali. “Avremo giusto il tempo per riposare e dormire qualche ora e poi saremo sempre in auto – aggiunge –. L’imprevisto mi affascina, ma so anche quanto sarà importante essere razionali per superare gli ostacoli che compariranno lungo il cammino”.
Ricciari, pilota fra i più esperti della scena italiana del rally raid, vanta partecipazioni con ottimi piazzamenti al Campionato Italiano Endurance, oggi Cross Country Rally, al Trofeo Mitsubishi e in altre prestigiose competizioni nazionali ed internazionali. È tornato alle corse dopo 12 anni, su invito della Rteam Rallyart e ha deciso di correre alla Dakar per coronare il suo sogno di sempre. Il suo numero di gara sarà l’816.
Lo scorso ottobre alla Baja Troia Turkey, terza tappa della East European Tout Terrain Series svoltasi a Çanakkale, località a 400 km da Istanbul in Turchia, Ricciari si è piazzato 11esimo nella classifica assoluta e secondo nella classe T1. Non si è potuto svolgere invece a causa del Covid un pre-test ad Errachidia, in Marocco, dove erano previste prove fra le dune dei deserti.
“Tutto questo però ormai conta poco, cuore e testa sono già proiettati alla gara – conclude il pilota messinese –. I dubbi ed i problemi in questo periodo storico non sono mancati, ma la mia famiglia mi sta sostenendo e sono molto felice anche del calore dimostratomi in questi mesi dalla mia città, dagli amici, dalla stampa e dai siciliani per questa che spero sia una splendida avventura da vivere e per raccontare al mio ritorno la mia Dakar. Non vedo l’ora di capire anche io quello che i miei colleghi che hanno già partecipato mi hanno sempre detto, e cioè: dopo la Dakar la tua idea sulle corse non sarà più la stessa”.