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Bottino magro per l’Infodrive. Giovani di talento e mercato armi per svoltare

Arrivati praticamente al giro di boa del campionato di serie A2, la classifica inizia in larga parte a delinearsi ed è possibile trarre i primi giudizi sulla stagione della Infodrive Capo d’Orlando, insieme a Trapani massima espressione cestistica della Regione. La squadra di coach Marco Cardani, esordiente in A2, già in estate aveva piena consapevolezza che il mantenimento della categoria sarebbe stato l’obiettivo principale e il cammino fin qui caratterizzato da tre successi e otto sconfitte sta confermando appieno questo sentore.

Quinn Ellis
Quinn Ellis in azione a Pistoia (foto Sara Bonelli)

I paladini si ritrovano nel pieno della lotta salvezza con una gara in meno rispetto alle altre concorrenti (la sfida saltata contro l’Assigeco Piacenza, infatti, non è stata ancora calendarizzata). Il roster è uno dei più giovani dell’intero professionismo italiano: emblematico infatti che lo statunitense Nick King con soli 26 anni sia il giocatore più “anziano” dell’organico. La gioventù al momento è stata autentica croce e delizia dei biancoazzurri che hanno alternato alcune prestazioni convincenti a partite deficitarie, specialmente in trasferta, dove violare parquet di formazioni più esperte e rodate è oltremodo complicato ma con Capo d’Orlando che nell’unica affermazione esterna ha avuto il merito di passare a Biella in uno scontro diretto di fondamentale importanza.

Orlandina Basket
Il tecnico paladino Marco Cardani (foto Sara Bonelli)

Per una formazione dove punti e giocate passano principalmente dalle mani degli americani Mack e King (i due producono oltre 34,8 punti per gara sui 74,5 di squadra) sono diversi i giovani che si stanno ponendo all’attenzione generale. Infatti pur peccando di continuità, com’è fisiologico che sia a quell’età, non si può non sottolineare la lucidità del debuttante Quinn Ellis (appena 18enne e catapultato dalla serie C Silver) autore di minuti da vera stella, dell’ex Bergamo Simone Vecerina, del capitano Matteo Laganà (ormai colonna del progetto, che insegue la definitiva consacrazione) oltre all’ala Stefano Bartoli. Analizzando il cammino biancoazzurro è risultato fondamentale il jolly trovato contro Piacenza con un successo arrivato allo scadere grazie alla magia di King ma pesa e non poco la sconfitta di Milano all’overtime per mano dell’Urania in una sfida praticamente vinta e incredibilmente persa al fotofinish.

Orlandina Basket
Matteo Laganà in lay-up (foto Sara Bonelli)

Quei due punti sarebbero stati determinanti per allungare su Biella e Orzinuovi, compagini in risalita. Non ha, infine, sin qui convinto l’inerzia sul mercato da parte della dirigenza che, nonostante un’innegabile buona volontà, a seguito della separazione con un atleta di maggiore esperienza come Flavio Gay, ad oggi non è riuscita a reperire un sostituto di pari valore, pur riconoscendo la difficoltà oggettiva di un mercato che non offre grandi scelte. La caccia alla salvezza ripartirà ormai nel 2022 col derby di Trapani, appuntamento particolarmente atteso. Capo d’Orlando proverà a difendere il patrimonio dell’A2 gettando le fondamenta per il futuro specialmente nelle gare casalinghe (il dato sulle presenza di pubblico non è paragonabile col passato, incidono anche le restrizioni Covid) ma qualche colpo esterno faciliterebbe, e non di poco, un compito comunque alla portata.

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