Usa il bastone, Mimmo Giampà, nei confronti del Sant’Agata, che al “Fresina” non è andato oltre il pareggio contro il Licata, rimandando il ritorno al successo che manca ormai da quattro turni. A dire il vero i biancazzurri hanno ben poco da recriminare, considerato che gli ospiti hanno giocato meglio di Cicirello e compagni, sfiorando più volte nella ripresa quella vittoria che sarebbe stata tutt’altro che immeritata. Nel primo tempo Calafiore ha risposto a Minacori, mentre nella ripresa i padroni di casa sono apparsi meno brillanti e hanno lasciato spazio agli ospiti.
Giampà non usa giri di parole per descrivere la prestazione insufficiente dei suoi ragazzi: “È stata la nostra peggior partita quest’anno, forse la peggiore da quando sono a Sant’Agata. Alle volte il calcio è strano: durante la settimana la squadra ha risposto in modo esemplare dopo la buona prova di Giarre e invece in campo non abbiamo mantenuto le premesse della settimana perché se c’era una squadra che meritava di vincere era il Licata. Volevamo provarci: ho messo i quattro attaccanti consapevole che l’avremmo anche potuta perdere, ma per la prima volta in campionato gli episodi ci hanno sorriso consentendoci di raccogliere più di quanto meritassimo”.
Il tecnico descrive un episodio che fotografa un pomeriggio di confusione: “Faella stava entrando al posto di Alagna. Abbiamo iniziato la partita con cinque under, ma con due 2000: quando ho fatto quel cambio mi mancava il 2001, abbiamo rischiato di perdere a tavolino. Calafiore poteva essere sostituito dopo, sono soddisfatto di come sono entrati Iania e Cipolla, che hanno giocato per la squadra in una partita di sofferenza. Sannia ha la febbre, Gallo ha preso una botta e sono stato costretto ad adattare in difesa Favo, che ha fatto bene”.
L’attaccante napoletano Faella, che in stagione ha già firmato quattro reti e un assist, ha iniziato dalla panchina, a conferma di un undici dettato dalla meritocrazia: “In settimana l’ho visto meno brillante e ho scelto di non farlo partire dall’inizio. In campo non va solo il nome ed è normale che chi va più forte deve giocare, altrimenti chi fa meglio ma non gioca chiede di andare via: c’è competizione interna ed è giusto che sia così”.
Il tecnico nebroideo, infine, si augura che questa cattiva prestazione sia un caso isolato: “Le sconfitte con Trapani, Santa Maria Cilento e Giarre sono state immeritate, questa con il Licata era quella che avremmo meritato di perdere. La dea bendata ci ha dato una mano, credo che la prestazione di Giarre ci abbia fatto montare la testa”.