Il Messina non è riuscito a bissare la vittoria di Potenza nel match infrasettimanale contro la Vibonese. Il noioso 0-0 contro la squadra dell’ex D’Agostino, alla prima casalinga di Capuano, ha consentito di compiere soltanto un piccolo passo avanti. Il centrocampista Lorenzo Simonetti, ospite di “Antenna Giallorossa” su Rtp vede comunque il bicchiere mezzo pieno: “È stata una partita di serie C povera di emozioni, ma guardiamo il lato positivo di non aver subito gol. Venivamo da tante partite in cui prendevamo sempre reti e questa volta non abbiamo concesso niente all’avversario. In fase offensiva anche noi abbiamo creato poco ed è un aspetto su cui invece dobbiamo migliorare”.
“Sicuramente siamo partiti un po’ in ritardo – ha aggiunto Simonetti – la condizione non è ancora ottimale e le partite ravvicinate non ci aiutano. Ci serve lavorare col nuovo mister che ha bisogno di fare più allenamenti specifici per spiegarci le sue idee, invece abbiamo dovuto preparare queste partite in pochissimo tempo”.
Nel post-gara Capuano ha sgridato i suoi sottolineando di aver dovuto giocare praticamente in nove nel finale a causa dei tacchetti sbagliati dai subentrati Russo e Baldé. Simonetti spiega qualche dettaglio: “Le scarpe si scelgono in base al terreno quando si arriva allo stadio. Tra di noi ne parliamo, ma è una cosa banale, dunque ha ragione il mister ad arrabbiarsi perché queste cose non si possono sbagliare. C’è chi è abituato a giocare con una e chi con l’altra, abbiamo anche il periodo del riscaldamento per decidere. Se si è in dubbio puoi usare quelle di gomma e farti portare in panchina anche quelle di ferro, evidentemente i ragazzi che sono entrati non le avevano lì ed era impossibile cambiarle”.
Commentando la situazione nei quartieri alti della classifica a contendersi la promozione il calciatore giunto dal Parma vede soprattutto due squadre: “Sicuramente Bari e Catanzaro sono le due costruite per vincere, a livello di rose hanno ventidue titolari. Un gradino sotto avrei messo Avellino e Palermo. L’Avellino sta avendo delle difficoltà ma potrà venirne fuori. Anche la Juve Stabia che affronteremo domenica era stata costruita per raggiungere i playoff, sta attraversando un periodo difficile e dobbiamo essere bravi a sfruttare questo aspetto”.
Il Messina può invece rammaricarsi per un paio di grosse occasioni sprecate ad inizio campionato: “A Pagani avevamo fatto un’ora di alto livello, purtroppo sappiamo com’è finita. Ci trovavamo vanti di tre gol sul 4-1 e poi c’è stato un calo fisico. Eravamo una rosa di 17 giocatori e abbiamo subito questa rimonta. Anche col Palermo avevamo disputato un’ottima partita e potevamo avere quei due punti in più. Siamo però solo alla decima giornata, il campionato è ancora lungo e abbiamo tutte le carte in regola per dire la nostra”.
Dopo sei stagioni Simonetti ha lasciato il Parma, club con cui aveva vinto due campionati: “Ho fatto il settore giovanile a Livorno. Uscito dalla Primavera ho vinto la serie D prima e la C poi con il club emiliano, che poi mi ha sempre girato in prestito: due anni a Renate, uno a Carpi, l’ultimo alla Pistoiese. Ho firmato due anni di contratto a Messina, perché a Parma me ne era rimasto soltanto un anno e ho preferito rescindere. Con loro ho anche sfiorato l’esordio in A, al quale comunque non credevo particolarmente: sono stato l’anno scorso due volte in panchina con il Napoli e a Bologna. Ho scelto una piazza importante, perché il direttore mi ha cercato con insistenza e la società ha creduto in me. Voglio ripagare la fiducia del Messina”.