Non c’è miglior cura della vittoria. Lo sa bene la Nebros, che in casa del Carlentini ha ottenuto il primo colpo esterno della stagione, riuscendo anche a capovolgere il pronostico che vedeva i padroni di casa favoriti dopo i tre successi ottenuti in altrettante gare. I gol di Fioretti e Sciotto hanno però regalato il successo ai ragazzi di mister Perdicucci, bravi a riprendere il cammino dopo i due fragorosi stop arrivati contro l’Igea e la Jonica. Un successo, quello di Carlentini, che ha tutt’altro valore rispetto a quello ottenuto a tavolino contro la Virtus Ispica, in occasione dell’esordio in campionato, arrivato per via dell’assenza degli avversari.
Contro i biancoazzurri hanno vinto il coraggio e la spregiudicatezza del mister, costretto a fare a meno dell’argentino Albaqui, Genovese e Segreto. Una vittoria che secondo il direttore tecnico Dino Granata ha una valenza psicologica enorme: “Sicuramente perdere non fa mai piacere, anche se con l’Igea la sconfitta è da mettere in conto, mentre con la Jonica abbiamo mostrato qualche fragilità di troppo. Per rialzare la testa non c’è niente di meglio di una bella vittoria e così è stato. Faccio i miei complimenti ai ragazzi e al mister perché non era affatto facile, però abbiamo fatto vedere a tutti che abbiamo dei valori tecnici e morali davvero importanti”.
E dire che la Nebros sembra quasi dover recitare il ruolo di vittima sacrificale: “Il Carlentini nel corso della gara ha fatto vedere di essere una squadra forte – ha aggiunto Granata –. Veniva da tre successi in altrettante gare di cui due fuori casa. Noi però non ci siamo fatti intimidire, abbiamo giocato la nostra partita e siamo soddisfatti. Credo che la direzione del campionato sarà questa, eccezion fatta per l’Igea e il Siracusa in alto e l’Atletico Catania in basso, ci sono delle squadre i cui valori tecnici non sono molto differenti e tutte le gare sono caratterizzate da episodi che le decidono. Le sconfitte non hanno minato le nostre certezze, ma ci hanno fatto porre degli interrogativi com’è giusto che sia. I ragazzi sul campo hanno dato le risposte che si aspettavano tutti”.
Qualche difficoltà iniziale Granata però l’aveva messa in conto: “Siamo una società nuova, abbiamo dovuto rifare la squadra di sana pianta e per trovare l’amalgama ci vuole tempo – ha sottolineato il dirigente della Nebros –. La fusione tra l’Acquedolci e il Due Torri si è concretizzata nella seconda metà di luglio, partiamo da una guida tecnica di sicuro valore, ma è un progetto sportivo che presenta comunque delle novità. Con l’Igea sia in Coppa che in campionato ce la siamo giocata per 50-60 minuti, nonostante avessimo di fronte una squadra nettamente più forte di noi. Con la Jonica è un passo falso dovuto all’incapacità di saper gestire ancora alcune fasi che possono capitare nell’arco di una partita, ma ci sta perché il tempo è dalla nostra parte”.
L’obiettivo è fare bene anche contro il Santa Croce nel prossimo turno: “Non facciamo programmi o tabelle, siamo pur sempre all’inizio di un percorso. Domenica al “Vasi” affronteremo una squadra di categoria, ma anche noi crediamo di esserlo. Abbiamo lavorato tanto per allestire questa rosa e ancora non è del tutto completa, numericamente ci manca qualcosa e la società risponderà presente se ci sarà la necessità di poter intervenire ulteriormente sul mercato. In questo momento sarebbe assurdo fare proclami o pensare a qualcosa di più di una tranquilla salvezza”. In provincia di Siracusa ha già esordito l’esterno difensivo Dosso Billale, 2002 dalle grandi potenzialità.