Dal beffardo pari di sabato al derby con il Palermo. Filippo Damian, in conferenza stampa, è ritornato sull’amaro 4-4 di Pagani, prima di proiettarsi verso il sentitissimo match contro i rosanero: “Si tratta di due punti persi, ci trovavamo avanti per 4-1 e abbiamo subito questa rimonta negli ultimi 20′. Pensando da dove siamo partiti, essendo stato l’esordio, ci sono state però diverse cose buone. Col mister e i ragazzi proveremo ad analizzare gli errori e a migliorare di settimana in settimana”.
Perché un giocatore del calibro di Damian si ritrova in Serie C? “Ci sono andato vicino tante volte alla B, quest’anno non mi hanno dato l’opportunità di farla a Terni dopo la promozione, ma sono venuto qui per cercare di salire di categoria. Il gol a Castellammare? Durante la settimana mi metto spesso a calciare le punizioni e spero di continuare così”.
“Qui ci sono tanti giovani, c’è bisogno di tempo per lavorare e pian piano potremo migliorare sempre di più, questa squadra ha potenzialità importanti. Io vengo da un realtà diversa, qui siamo ancora da lavori in corso, non abbiamo una casa ben definita dove poterci allenare e non abbiamo il nostro stadio. Sono venuto qui con la fame e la voglia di rimettermi in gioco per fare un altro anno importante, spero di togliermi soddisfazioni importanti insieme alla squadra” ha poi aggiunto il centrocampista.
Dagli ex messinesi Lucarelli e Zampagna, l’uno allenatore alla Ternana, l’altro commentatore-tifoso doc delle “fere”, ha ricevuto l’input giusto: “Entrambi mi hanno parlato molto bene di Messina, hanno lasciato dei buoni ricordi e mi hanno consigliato un paio di cose, spingendomi ad accettare la corte del club. Sono due persone che stimo e con cui ho legato alla fine. Col mister ci teniamo sempre in contatto”.
Sette gol realizzati nelle prime due gare ufficiali, ma anche una difesa da registrare per il Messina. “Parlerei di una questione di equilibrio. Nell’ultima gara hanno influito dei cambi forzati, eravamo un po’ corti ed abbiamo fatto fatica. Ci siamo abbassati molto, anche sulle palle inattive, nel secondo tempo difendevamo dentro l’area piccola e questo è un errore. Serve invece lo stesso atteggiamento per 90′. Non abbiamo smesso di giocare, ma perso delle certezze e dei riferimenti, con tutte le incognite che presentava la prima di campionato”.
“Il mister e il direttore sportivo mi hanno cercato con insistenza – ha detto Damian circa il suo arrivo a Messina – presentandomi un progetto che mi piaceva tanto, insieme al blasone della piazza. Non ci ho pensato molto a venire qui. Per vincere un campionato ci vogliono fame e qualità, ma soprattutto bisogna remare nella stessa direzione. A Terni, dopo un primo anno con varie perplessità, l’anno scorso si è creato un gruppo unico. Quest’anno non sarà semplice vincere il campionato, ma possiamo diventare una squadra fastidiosa e imprevedibile, pur essendoci tante formazioni con budget superiore al nostro”.
Il derby di sabato col Palermo, già alla seconda giornata, adesso è alle porte. Il dispiacere di doverlo giocare a Vibo Valentia è grande: “Con più lavoro alle spalle sarebbe stato meglio, è una partita affascinante, a me piace da morire giocare queste gare. Dobbiamo tirare fuori qualcosa di più, sarebbe stato bello giocarla nel nostro stadio con tante persone. Sappiamo l’importanza del derby e pian piano entreremmo nel clima. Il Palermo ha iniziato lo scorso anno un certo percorso, adesso è più matura come squadra, con un gruppo consolidato più qualche nuovo innesto . Dovremmo rimboccarci le maniche per ribattere colpo su colpo contro un avversario forte”.
Il perché delle manette mimate dopo la punizione vincente del “Menti” in Coppa Italia, al suo primo gol in giallorosso, resta ancora in sospeso: “E’ un’esultanza che facevo con il mio amico Depaoli, che ora gioca alla Sampdoria. Gli ho promesso che fino a quando lui non farà il primo gol in Serie A non la svelerò”.