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Carapaz regala uno storico oro all’Ecuador. Delude la spedizione azzurra

Ha vinto Richard Carapaz, giunto tutto solo sul traguardo della prova in linea ai Giochi olimpici di Tokyo. Un acuto storico per l’Ecuador, al suo secondo alloro olimpico in assoluto. Alle sue spalle un gruppo di una decina di corridori, regolato dal belga Wout Van Aert. Medaglia di bronzo per lo sloveno Tadej Pogacar. Erano loro i grandi favoriti della vigilia: hanno giocato al meglio le loro carte, non riuscendo a far nulla però di fronte al colpo a sorpresa di Carapaz. Davvero un successo da mettere in bacheca come uno dei più belli della carriera, non solo per il prestigio della manifestazione, ma anche per come è stato conquistato. Un’azione solitaria nel finale di grandissimo spessore. Un podio più nobile era difficilmente immaginabile. Carapaz ha vinto il Giro d’Italia 2019 e concluso a podio Vuelta e Tour. Van Aert al Tour ha vinto allo sprint, a crono e la tappa con il doppio Ventoux. Pogacar ha vinto due volte la “Grande Boucle”.

Vincenzo Nibali
Vincenzo Nibali tornava alle Olimpiadi dopo cinque anni (foto Tuttobiciweb)

Niente medaglie invece per l’Italia. La Nazionale esce con le ossa rotte: unico ad avere gli onori della armi è Alberto Bettiol. Il toscano infatti si trovava nel primo gruppo inseguitore, ma i crampi lo hanno costretto ad alzare bandiera bianca. È riuscito a riprendere la corsa, ma oramai il vagoncino per le medaglie era andato via. Alla fine Bettiol chiude al 14esimo posto – primo degli italiani – regolando in volata il gruppo giunto subito dopo quello principale. Gianni Moscon chiude in 20esima posizione. Naufragio per gli altri tre elementi azzurri, con Damiano Caruso 24esimo a 6’20”, Vincenzo Nibali e Giulio Ciccone rispettivamente 53esimo e 60esimo al traguardo col ritardo di 11’27”.

Poco, pochissimo. Una delusione su tutti i fronti. Una Nazionale, quella Azzurra, apparsa evanescente e poco organizzata, con attacchi scriteriati e senza senso. Lo “squalo dello Stretto” a 50 km dal traguardo ha provato a giocare le proprie carte rispondendo all’attacco del belga Remco Evenepoel. L’azione poteva rivelarsi interessante e aprire nuovi scenari di corsa, ma il gruppo ha risposto prontamente, annullando il tentativo nel volgere di qualche chilometro. L’Italia è tutta qui. Gli Azzurri si spengono non appena la strada inizia a issarsi sotto le ruote dei ciclisti. Il solo a tenere alto l’italico vessilo è Bettiol.

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