Dal lontano 1996 Francesco Venza è il direttore generale dell’Orlandina Basket e ha ricoperto anche il ruolo di consigliere della Lega Nazionale Pallacanestro. Presente alle celebrazioni del centenario della Fip a Messina, l’apprezzato dirigente biancoazzurro ha rimarcato la valenza raggiunta dal team paladino: “Credo che per Capo d’Orlando ormai siano stati utilizzati tutti gli aggettivi possibili e immaginabili. Una storia lunghissima, caratterizzata da innumerevoli risultati sportivi, fotografa la capacità di sapersi rialzare in poco tempo e raggiungere soltanto tre anni fa persino una dimensione europea. Un livello di pallacanestro mai raggiunto da nessuna società siciliana di basket: di questo ne siamo e ne saremo sempre orgogliosi”.
La stagione appena trascorsa per i paladini è stata totalmente disputata senza i sostenitori che da sempre rappresentano un uomo in più. Un grande rammarico, nella speranza che a breve i tifosi possano tornare al PalaFantozzi: “Abbiamo giocato il 7 marzo dello scorso anno l’ultima gara con il palazzetto a porte aperte. In estate si paventava la ripartenza dell’attività vincolata alla presenza del pubblico nei palazzetti e invece gli appassionati sono rimasti fuori per tutta la stagione. Obiettivamente la pallacanestro senza pubblico non si può giocare. Mi pongo allora una domanda: era meglio non giocare? Il campionato lo abbiamo portato avanti in un’annata molto strana e adesso speriamo di poter tornare a una situazione di normalità fin dal prossimo settembre”.
La valorizzazione dei giovani rappresenta un credo e un diktat societario che sta fruttando grossi dividendi al club che, complice la crisi, non può reperire le risorse economiche del recente passato: “Noi da tre anni siamo ai vertici della speciale classifica per i minuti d’impiego riservati agli atleti under. Soprattutto nel ranking del settore nazionale dedicato alle selezioni giovanili otteniamo graduatorie molto positive. È una necessità societaria che siamo stati capaci di tramutare in nostra forza. Quando ho ritirato il riconoscimSeento personale l’ho sottolineato perché siamo un territorio abbastanza piccolo e sensibilmente spremuto a livello di risorse negli ultimi 23 anni di attività compiuta interamente ad altissimo livello. Questa situazione ti lascia un peso considerevole sulle spalle: dal 2012 la situazione economica è peggiorata e l’ultimo anno e mezzo la crisi pandemica ha aggravato notevolmente il quadro. Quello che facciamo è continuare a consolidarci senza grossi patemi in serie A2 e poi più avanti faremo le nostre valutazioni. Al momento tra licenze e altri presupposti non possiamo ripetere una partecipazione in quella massima serie disputata per ben sette stagioni“.
Il dg è molto chiaro su quale sia la soluzione da seguire per uscire definitivamente dalla pandemia e poter tornare a vivere il mondo sportivo come in passato: “Il piano vaccinale è fondamentale non soltanto per lo sport ma per tutte le attività produttive del paese. C’è in gioco la ripartenza della nazione e quindi a ruota di tutti gli sport in assoluto. Abbiamo visto che le società colpite dal Covid hanno avuto grandi problemi al momento della ripresa. In serie A2 i casi eclatanti sono stati quelli di Rieti e Orzinuovi e ultimamente San Severo: ciò ha comportato lo slittamento dei playout che cominceranno non prima del 10 giugno per permettere a tutti di gareggiare nel modo migliore”.