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Acquedolci, Natoli: “Si torna in campo senza sicurezza per i giocatori. Ci fermiamo”

L’Acquedolci si ferma qui. La decisione è maturata martedì sera, nonostante la Lnd Sicilia abbia annunciato che il campionato di Eccellenza tornerà in campo dal prossimo 11 aprile. Ai nastri di partenza, anzi di ripartenza, non ci sarà la compagine nebroidea, che più volte nell’arco di questi mesi ha aperto alla possibilità di non tornare a giocare, nonostante il campo abbia incoronato i ragazzi di Perdicucci come autentica rivelazione della stagione. Troppi i dubbi sul protocollo, così come tanti sono gli sforzi economici da produrre dopo mesi di inattività, una condizione che accomuna buona parte dei club di quinta serie.

Carlo Natoli
Il presidente Carlo Natoli con un trofeo vinto dall’Acquedolci

Il blocco delle retrocessioni consente dunque di dormire sonni tranquilli sotto il profilo calcistico, perché perdere un risultato storico come l’Eccellenza dopo uno straordinario inizio di stagione, sarebbe stato un vero peccato. Lapidario e inequivocabile il comunicato con cui la società ha specificato le ragioni dello stop: “Preso atto della possibilità di rinuncia al proseguo del campionato senza incorrere nelle retrocessioni, il nostro club non ritiene opportuno e proficuo mettere a rischio la salute di atleti, tecnici e dirigenti che prima di essere tali sono impegnati quotidianamente nelle rispettive attività lavorative. Considerando che ad oggi (a poco meno di un mese dalla programmata ripartenza) non risultano ancora chiari i contributi da destinare alle società di eccellenza che desiderano ripartire e, ciò che ci preoccupa di più, non risulta chiarita la questione sui costi dei tamponi, senza considerare il fatto che molti atleti, impegnati come già detto nelle rispettive attività lavorative, ci hanno segnalato la resistenza incontrata dai rispettivi datori di lavoro nel farli partecipare ad allenamenti e gare che, vuoi o non vuoi, aumentano il fattore di rischio da contagio, la decisione di non ripartire non può che essere l’unica strada per la salvaguardia del club, già fiaccato dalla cieca scelta di far partite la stagione nonostante l’assenza di pubblico e con gli sponsor ridotti all’osso visto il lungo anno di crisi economica. Rispediamo al mittente le accuse di chi asserisce che già ad inizio stagione si sarebbe dovuto prevedere una stagione di questo tipo e dunque imparare a fare a meno di sponsor e incassi del pubblico; una contraddizione in termini con la natura di ciò che siamo, ovvero dilettanti. L’Acquedolci, dunque, si ferma oggi per ripartire più forte domani”.

Acquedolci
L’Acquedolci celebra a fine gara l’impresa con il Giarre

Riprendere senza pubblico e senza obiettivi, per il numero uno biancoverde Carlo Natoli, non avrebbe senso: “Molti nostri giocatori sono studenti o lavoratori, non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando pur sempre di dilettanti e quindi i ragazzi nella vita fanno prevalentemente altro. È una scelta che abbiamo ponderato e abbiamo deciso di prendere anche a tutela dei nostri giocatori, ma anche per i nostri tifosi. Noi da tempo abbiamo lanciato appelli affinché negli stadi tornasse la gente, senza assolutamente tralasciare la sicurezza, ma non è cambiato nulla. Il calcio a questi livelli è della gente, di chi ha passione e in questa situazione e in presenza di obiettivi è venuta meno la ragione di continuare”.

Natoli è già proiettato al futuro: “Sicuramente questa esperienza, seppur breve, ci ha permesso di gettare le basi per un futuro non meno importante. Ci siamo affacciati per prima volta nella nostra storia in Eccellenza e ci siamo tolti delle soddisfazioni incredibili, abbiamo giocato ad armi pari contro autentiche big del calcio siciliano, portato in giro per la nostra regione il nome di un paese dei Nebrodi di 5mila abitanti e questo è un qualcosa che nessuno ci può togliere, ma soprattutto non può essere sprecato. Il duo PerdicucciGranata ha fatto un lavoro splendido e da questo dobbiamo ripartire”.

Acquedolci
L’Acquedolci è stata la rivelazione del torneo

Natoli mostra però tutto il proprio rammarico per lo scarso aiuto economico che le istituzioni sportive hanno riservato alle società: “La delusione è tanta perché a tutti i livelli secondo me sconoscono completamente la realtà di una categoria importante come l’Eccellenza. L’ultima beffa: il premio di 2.000 euro a chi vince la poule B. Quanto costa fare un girone di ritorno più le trasferte per i gironi? Soltanto a livello di costi di trasferte si supera ampiamente l’ammontare del premio”

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