La formazione continua di allenatori ed educatori e l’attività svolta con le selezioni regionali occupano un posto di rilievo nei programmi del comitato siciliano della Federugby. L’aspetto agonistico viaggia di pari passo con l’educazione ai valori sociali che di questo sport rappresentano l’essenza. Per il messinese Tito Cicciò, che da tecnico regionale coordina il progetto, non è stato semplice portare avanti le varie iniziative, da quando a febbraio ha fatto la sua comparsa il Covid 19.
“Le difficoltà principali della pandemia le abbiamo riscontrate con allenamenti o collegiali che si svolgono sul campo. In questo senso siamo rimasti bloccati per lungo tempo, soprattutto ogni nostra mossa era legata alla situazione pandemica esistente in Sicilia in quel frangente. Ma siamo riusciti a organizzarci puntando ovviamente sulla tecnologia, con i corsi on line per i tecnici, fornendo ai ragazzi dei programmi di lavoro personalizzati da seguire durante i periodi di lockdown, a marzo ma anche a quello più recente per la seconda ondata. Abbiamo cercato di non farli mai sentire soli, ma di supportarli nel modo migliore possibile”.
Tutto grazie ai sacrifici e agli sforzi messi in campo da un gruppo di lavoro ben organizzato, come lo stesso Cicciò tiene a precisare. “Posso contare su una valida squadra di tecnici per lo svolgimento dell’attività di formazione federale. Penso a Giuseppe Berretti che segue lo sviluppo e la fidelizzazione, mentre Giuseppe Costantino, Gianclaudio Bonasera e Salvatore Garozzo si occupano di Under 16 e 18, Giuliana Campanella è il responsabile del femminile ma anche tecnico dell’under 14 come Giacomo Granata e Herman Di Natale. Roberto Caparo ha la responsabilità dei preparatori fisici. Ognuno ha ruoli e compiti ben precisi ma c’è un dialogo costante tra di noi che ci permette di operare con profitto”.
La mission della Federazione è chiara per Cicciò e lo staff. “Puntiamo a coinvolgere sempre di più le società nelle attività tecniche che portiamo avanti come Federazione, tenendo bene in mente l’importanza sociale e anche culturale del nostro sport. La filosofia del rugby è quella di formare non soltanto dei validi giocatori ma persone di un certo spessore umano. Dunque sostegno allo sviluppo dei club sia a livello tecnico che dirigenziale, attraverso adeguati percorsi di formazione. Ci sono le attività sul campo che sono quelle legate agli allenamenti delle selezioni regionali ma anche alla selezione degli atleti per i centri di formazione permanente. I trenta migliori ragazzi del Sud si allenano e vivono per l’intera settimana al centro dell’Acquacetosa a Roma e poi la domenica fanno rientro a casa per giocare in campionato con le società di appartenenza. Quest’anno tra i trenta ci sono pure i messinesi Marco Solano e Antonino Broccio. Per tutto il resto svolgiamo la formazione sul territorio attraverso le selezioni regionali e l’attività di selezione d’area, che riguardano Under 16 e Under 14. I corsi tecnici si svolgono tutte le settimane in presenza o anche a distanza con le piattaforme on line. C’è un dialogo continuo con gli allenatori che cerchiamo di supportare nel loro percorso di crescita”.