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La Camera dà l’addio al calcio: “Ho vissuto un sogno, grazie alla mia famiglia”

A 37 anni ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Per il centrocampista messinese Giovanni La Camera è arrivato il momento di dare l’addio al calcio giocato. Dopo aver fatto parte delle giovanili del Messina, nel 2006 al Lanciano, in C1, la prima significativa esperienza. Con la maglia del Rimini, dove resterà da protagonista per due stagioni, il debutto in B l’anno seguente, prima dell’importante triennio a Benevento. Ripartito da Pavia, ha poi rigiocato in B con Cittadella (con cui sfida l’Inter in Coppa Italia a San Siro) e Padova. Juve Stabia, ancora Pavia, Como, Lupa Roma, prima di un’avventura all’estero, in Albania, tra le fila del Partizani Tirana. Nel 2018 sull’altra sponda dello Stretto, a Reggio Calabria, poi di nuovo al Nord, al Seregno, in D, per gli ultimi due anni di carriera. Rimasto svincolato, ha maturato la decisione più sofferta per un calciatore. Adesso si occuperà del suo locale milanese “Oro Restaurant” e, soprattutto, della figlia in arrivo dalla compagna Sonia.

Il centrocampista ai tempi del Benevento

Con un post, su Instagram, La Camera ha cercato di racchiudere il suo percorso: “Difficile descrivere le mie emozioni ma ho fatto passare un po’ di tempo per capire se fosse la scelta giusta. Sono stati 14 anni di vittorie e sconfitte, ho vissuto un sogno, quello che speri da piccolo si trasformi in realtà. E’ strano come la conclusione di questo percorso di riflessioni sia uscito dalla mia mente senza che quasi me ne rendessi conto, ma era lì ed aspettava solo il momento giusto. Voglio ringraziare tutti: i tifosi, le società di calcio, tutte le persone che mi hanno affiancato e voluto bene davvero, i miei procuratori, i compagni e gli allenatori, ognuno di essi mi ha lasciato qualcosa di indelebile, con alcuni è proseguita un amicizia che mi porto ancora dentro. Un grazie speciale alla mia famiglia che mi ha lasciato libero di inseguire il mio sogno. Spero anche io di aver lasciato qualcosa ad ognuno di voi.
GRAZIE, GIOVANNI”.

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