Il dualismo Caruso-Lai, il mercato, la lotta al vertice del girone I, la sua visione del calcio e il rapporto coi presidenti. Cocchino D’Eboli a tutto tondo nell’intervento su Tcf. Il direttore dell’area tecnica dell‘Acr Messina ha inizialmente chiarito come si è arrivati al nuovo acquisto tra i pali: “Sono dispiaciuto che si è sentenziato che Lai sia stato messo in disparte per l’errore di Ragusa. Non è assolutamente vero, infatti la trattativa con Caruso è partita prima della gara col Marina. In passato qualche difficoltà Lai l’ha dovuta affrontare ma gli abbiamo dimostrato sempre la nostra totale vicinanza. Punto forte su questo ragazzo che ho scelto personalmente. Ho preso un altro portiere perché Manno voleva spazio, però non dava garanzie di poter reggere una possibile staffetta con Lai. So cosa significa gestire un gruppo di 24 ragazzi e non mi piace che passi il messaggio che Lai sia stato l’artefice in negativo del pareggio di Ragusa. Ha la fiducia nostra, dello staff e della società”.
Dopo il rocambolesco pari subito in rimonta a Ragusa il dirigente campano ha ripreso la squadra e contro il Sant’Agata ha visto le risposte che si aspettava: “Gruppo ed equilibrio contano prima di tutto. Mi arrabbio se vengono dette cose che in realtà non sono successe all’interno della nostra società. In passato qualche scricchiolio c’è stato, ma è stato subito ben affrontato. Rispetto Sciotto e i suoi soci campani, loro mi ascoltano, c’è affiatamento tra noi. La prestazione col Sant’Agata è stata positiva, di categoria superiore. Abbiamo ben gestito la gara, interpretando le situazioni di gioco. Questa cosa non è successa a Ragusa dove siamo sempre andati a mille invece di gestire alcuni momenti. Ho tenuto a rapporto la squadra dopo quel 3-3, mi hanno deluso per aver perso due punti che non riotterremo”.
Il mercato non dovrebbe riservare a breve altre sorprese, nemmeno sul fronte Civilleri del Licata: “Non credo ci saranno altri innesti. Civilleri è un ottimo profilo, ci ho parlato una sola volta e abbiamo detto la nostra al suo entourage. Siamo fermi a una settimana fa perché non vogliamo mercanteggiare. Io ascolto la mia proprietà e l’allenatore nel rispetto dei ruoli. Civilleri secondo me è una mezzala e non è il perfetto sostituto di Aliperta. Il suo alter ego è Lavrendi. Per me è comunque prioritario recuperare al meglio tutti i giocatori in organico come Vacca, Lavrendi, Cristiani e Aliperta. Possiamo anche rimanere così perché abbiamo Saindou e due ottimi 2002. Con il dg Di Santo e Novelli per decidere se serve ancora qualcosa. Il mercato sembra che verrà prorogato, una cosa assurda, ma noi teniamo ovattato il nostro gruppo”.
Primo a quota 33, l’Acr Messina si proietta al girone di ritorno da capolista. D’Eboli fa un primo bilancio e guarda con fiducia alla seconda parte del campionato: “Il torneo non è finito qui, perché oltre a Acireale e Fc Messina tengo d’occhio Gelbison e Dattilo. Sono comunque tante le realtà da temere e credo che solo a quattro giornate dalla fine si delineeranno i verdetti in testa. Il girone d’andata mi ha lasciato qualche rammarico per il ko di Rende e il pareggio di Marina ma ancora dico che non siamo al top. In più abbiamo sopperito a tanti infortuni seri per cui, se cresceremo ancora di un altro 25 per cento, credo che saremo la favorita numero uno per l’obiettivo”.
“Mi piace l’odore dell’erba e apparire poco – racconta D’Eboli – parlare di calcio è la mia vita. Vengo dalla Terza Categoria e mi sono costruito da solo. Devo ringraziare i presidenti appassionati come Sciotto che mi hanno dato quest’opportunità importante. Sto triplicando le forze per raggiungere il prima possibile un obiettivo che tutti vogliamo. Ogni tanto Sciotto si fa vedere dai calciatori e cura il lato tecnico, mentre Del Regno vive molto il pre-gara. Venendo a Messina solo nel fine settimana lui si dedica più all’aspetto umano. Dialogo con piacere con Sciotto perché abbiamo un linguaggio simile”.
I risultati lo hanno ripagato della scelta di Novelli: “È un allenatore molto professionale. Viene dai professionisti perché ha allenato anche Foggia e Salernitana. A Sciotto piacciono gli allenatori zemaniani e sapevo che con lui sarei andato sul sicuro. A Messina ha trovato la società giusta e il supporto tecnico adeguato. Sta lavorando bene e al contempo gli stiamo permettendo di lavorare al meglio. È qui perché l’ho chiamato io, non sono l’ultimo arrivato perché ho ricostruito gente come Sottil e Grassadonia, che erano reduci da fallimenti”.