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Messina

Novelli: “Siamo delusi. Due punti persi per superficialità, ingenui sul rigore”

Il tecnico dell’Acr Messina Raffaele Novelli non si dà pace dopo il mezzo passo falso di Ragusa, che fa il paio con il ko di Rende e il pari con il Licata: “C’è tanta delusione perché abbiamo fatto sempre la partita e meritavamo i tre punti. Ma nel calcio deve sempre esserci massima attenzione. Quando siamo andati in vantaggio sul 2-0, abbiamo più volte sfiorato il terzo gol. Siamo stati superficiali, abbiamo perso qualche palla di troppo e dato modo all’avversario di crederci. C’è il rammarico anche per il secondo gol, che non si vede spesso. Sono due punti persi, che non dovevamo lasciare per strada senza nulla togliere all’avversario”.

Marina di Ragusa
L’undici titolare del Marina di Ragusa (foto Paolo Furrer)

L’Acr Messina si è presentato a Ragusa senza Lavrendi e soprattutto Addessi. Potrebbe avere pesato la mancanza di un elemento così vivace: “In alcune parti del campo non avevamo giocatori in grado di ripartire nei grandi spazi che ci venivano concessi. Nel secondo tempo a una squadra che conduce le danze dal primo minuto serviva serenità mentale in entrambe le fasi di gioco. Non ci dovevamo abbassare per difenderci ma era necessario mettere la palla lunga e ripartire per provare a fare ancora gol”. 

Il tecnico lamenta le occasioni sprecate in attacco e gli svarioni difensivi: “Abbiamo subito due gol che si potevano assolutamente evitare. Purtroppo anche questo fa parte del gioco. Dobbiamo crescere dopo una partita del genere, abbiamo perso troppi punti come quelli di oggi. Bisogna ridurre i margini di errore, per non vanificare tutto quello che si crea in attacco e ripenso soprattutto ai primi trenta minuti. Dovevamo chiuderla prima”. 

Pietro Sciotto
Il presidente Pietro Sciotto nel pre-partita (foto Paolo Furrer)

Novelli, intervenuto ai microfoni di Radio Amore, ritiene un’ingenuità anche il calcio di rigore concesso sul 2-0: “Si deve lavorare su alcuni atteggiamenti, soprattutto perché in rosa ci sono tanti ragazzi, che devono comprendere certe dinamiche. Bisognava accompagnare l’avversario, che ormai era lungolinea e quindi non si rischiava nulla. Loro non ci avevano impensierito: hanno giocato sui nostri errori e pareggiato la partita”. 

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