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Ortoleva: “Ci aspettavamo qualcosa in più. Da Sant’Agata la spinta necessaria”

Il presidente del Sant’Agata Antonio Ortoleva ha stilato un bilancio dell’anno solare appena concluso: “Dal punto di vista organizzativo il nostro progetto si è sviluppato positivamente nel corso dell’ultimo semestre. Siamo coscienti che dal punto di vista sportivo l’attuale classifica non rende pieni meriti ai nostri sforzi, perché ci aspettavamo di avere qualche punto in più, ma restiamo fiduciosi. Siamo soddisfatti perché come società abbiamo parlato una lingua unica con gli sponsor che continuano a darci fiducia e seguirci, garantendoci una linfa vitale”. 

Fresina
Lo stadio “Fresina” adesso può ospitare fino a 1.300 spettatori

L’anno condizionato dal virus ha comunque regalato il tanto atteso salto di categoria: “Tirando le somme e guardando l’intero anno solare partito l’1 gennaio scorso, comprendendo nel bilancio l’annata precedente, devo dire che è stata un’ottima stagione. Abbiamo duellato a lungo con il Paternò e poi siamo stati ripescati con merito, avendo una media punti in Eccellenza tra le migliori in Italia. Inoltre lo stadio “Fresina”, dopo gli sforzi dell’Amministrazione, può adesso considerarsi un vanto per la nostra categoria. Potremmo ospitare fino a 1.300 spettatori, che purtroppo ad oggi non possono frequentare l’impianto per via del Covid”. 

Pesa soprattutto l’assenza del pubblico, che però ha voluto comunque sostenere economicamente un club che torna in quarta serie dopo quasi trent’anni: “Siamo stati costretti a riconcepire il calcio, che ora si può vivere attraverso le dirette streaming e vivendo obbligatoriamente distanti. Posso soltanto ringraziare chi si è abbonato a scatola chiusa, unicamente per aiutarci, consapevole che non avrebbe potuto accedere allo stadio. Abbiamo dovuto allontanare le persone dallo stadio: da dirigente sportivo mai avrei pensato che sarei stato costretto a farlo. Il nostro lavoro con l’area marketing si conferma importante e di primissimo piano, lo dimostra anche la cartellonistica in città che propone sempre nuovi partner”. 

Sant'Agata
Un undici titolare del Sant’Agata (foto Gabriele Calà Scarcione)

Dopo l’ampliamento della capienza, sono stati completati altri interventi: “Da poco abbiamo ultimato l’impianto di illuminazione, altro grande traguardo, ma lo stadio vuoto è un pugno al cuore. Il calcio è calore, tifo, sostegno, passione e scambio di abbracci, ma la gente ha capito la particolarità del momento e rispetto alle attività calcistiche dilettantistiche la priorità è preservare la salute pubblica”.

Inevitabile un pensiero per i tesserati, chiamati a preservare il patrimonio rappresentato dalla serie D: “Con eleganza, educazione e garbo, valori per noi imprescindibili, difendono i nostri colori. Cercheremo di coinvolgerli maggiormente, facendoli sentire a proprio agio, pur nelle difficoltà del momento. Ringrazio tutta la società che mi onoro di rappresentare, lo staff e non ultimi i tifosi, che ci trasmettono entusiasmo e passione, che avvertiamo in città”.

Sant'Agata
Un momento della presentazione estiva

La società si sta strutturando, per non farsi trovare impreparata: “Tra gli obiettivi raggiunti il più importante è quello aggregativo. I dirigenti non hanno interessi economici secondari, ma sono consapevoli di promuovere un progetto identitario che riesca a trasmettere forti emozioni al territorio santagatese. Tutti i miei migliori amici sono in società, abbiamo creato un dialogo sano tra noi ma anche con i nostri partner. Siamo attivi sui social e contiamo quasi 11.000 followers: c’è un livello di attenzione alta nei nostri confronti. Siamo inoltre operativi in un’area ampia, che ad eccezione dei due capoluoghi di provincia Palermo e Messina, non conta su altre rappresentanti in serie D. Siamo consapevoli delle difficoltà: intanto dobbiamo salvarci e poi in futuro potenziale il settore giovanile e alzare il tiro”. 

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