In vista delle Olimpiadi “tutto il mondo dello sport deve essere coinvolto” nell’operazione vaccino anti-Covid. Non ha dubbi il ministro dello sport Vincenzo Spadafora in merito al dibattito che si è aperto sul tema per gli atleti che si stanno preparando ai Giochi di Tokyo e per altre competizioni internazionali.
Il ministro è stato chiaro: andrebbero vaccinati obbligatoriamente tutti gli atleti che andranno, o si presume, potrebbero partecipare alle Olimpiadi. “Tutto questo mondo deve essere di esempio per prepararsi a questa grande competizione. Sono convinto che vada coinvolto da tutti i punti di vista”, ha detto il ministro, aprendo così di fatto la strada verso la vaccinazione di quanti svolgono attività sportiva a alto livello.
Spadafora, ospite ad “Agorà” su Rai 3, è fiducioso sulla via intrapresa dall’Italia per uscire dall’emergenza Covid, tanto da annunciare che entro la fine di gennaio potrebbero essere riaperte palestre, piscine e centri di danza. Il ministro ha aggiunto che si dovrà tenere conto dell’andamento dei contagi, “ma l’apertura a fine gennaio è un obiettivo raggiungibile. Vorrei lanciare un segnale di tranquillità”.
Tornando alla materia olimpica, Spadafora ha ufficializzato che riproporrà al consiglio dei ministri l’approvazione del decreto sulla governance dello sport, che non era stato approvato nelle scorse settimane. Il Cio ha bacchettato l’Italia, lamentando la mancata autonomia funzionale e indipendenza del Coni, e minacciato di non far gareggiare gli atleti italiani sotto la bandiera tricolore. Un allarme lanciato anche dal presidente del Coni Giovanni Malagò.
Secondo Spadafora “questo in parte è vero. Ma noi la soluzione l’avevamo trovata con un decreto sulla governance nel mondo dello sport. L’abbiamo portato in consiglio dei ministri, ma le forze politiche hanno ritenuto di non doverlo approvare. Io riproporrò di nuovo quel decreto e vedremo se questa volta si troverà una convergenza”.