Il nuovo acquisto dell’Igea Maurizio Dall’Oglio è tornato a parlare del delicato momento attraversato dal calcio dilettantistico ai microfoni di Radio Doc: “Stiamo vivendo un periodo strano per lo sport e le categorie minori. Spero di tornare a breve in campo in uno stadio aperto al pubblico, perché Barcellona conta sul sostegno di una delle curve più importanti del nostro territorio. La presenza della gente è importante per la squadra ma anche per la società, perché permetterebbe alle casse del club di respirare in un momento così difficile”.
L’esperto difensore, che in carriera ha militato anche in Calabria e Puglia, con Valle Grecanica e Casarano, rientra adesso a un passo da casa: “Ho prospettato alla mia famiglia questa scelta, che mi apre spiragli futuri oltre il calcio, e non ci ho pensato due volte per accettare. Questa scelta è compatibile con il lavoro, in una piazza in cui sto bene e mi sento importante, che mi fa ricordare grandi imprese”.
Dall’Oglio è fiducioso sulle possibilità del gruppo e in particolare del suo reparto: “La domenica entriamo in campo per vincere e l’Igea può contare su un gruppo solido che punta in alto per tradizione. Conosco tutti i ragazzi perché mi allenavo con loro già prima di andare al Paternò. Con me ci sono altri ragazzi che hanno giocato anche in categoria superiore, come Tricamo e Cassaro. Anche il giovane Sciotto cresce bene”.
L’Igea da matricola può andare ben oltre la salvezza diretta ma per il vertice ci sono almeno due squadre più attrezzate: “Giarre e Siracusa partono avvantaggiate perché lavorano a questo obiettivo da almeno due anni, ma io non vengo a Barcellona soltanto per i playoff. Perdere lo scontro diretto con i gialloblù non è stato bello ma il gruppo quella settimana aveva molte assenze. Non vogliamo cercare facili alibi ma è stata una gara strana e poi il valore della loro rosa è assoluto, con ventidue potenziali titolari”.
I due mesi di stop potrebbero farsi sentire e non ci sono certezze sulla ripresa: “Ripartire non è facile, ma lo dovremo fare con la massima serietà. Voglio chiudere qui la mia carriera, in una società che ha idee chiare. Scendere in campo mi manca tanto. Fortunatamente ho giocato quattro partite in dieci giorni con il Paternò: è stata una valvola di sfogo ma non vedo l’ora di riassaporare il campo”.