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Perdicucci: “L’Acquedolci ha un dna vincente. È una piccola grande famiglia”

Una favola che deve continuare e che nemmeno il Covid può fermare. L’Acquedolci vuole continuare a sognare a occhi aperti insieme al proprio condottiero, quel Pippo Perdicucci che ha fatto diventare i biancoverdi la matricola terribile del campionato di Eccellenza. Chi pensava che alla compagine nebroidea potessero tremare le gambe per l’esordio assoluto in quinta serie si è dovuto presto ricredere: in questo campionato Genovese e company hanno dimostrato di poterci stare e anche a pieno titolo.

Acquedolci
L’Acquedolci celebra a fine gara la nuova impresa con il Giarre

Chi pensava alla classica cenerentola non ha fatto bene i conti con una società piccola ma con tanta voglia di diventare grande, ma soprattutto con una mentalità vincente frutto della scalata che ha caratterizzato le ultime stagioni. Classifica alla mano, l’Acquedolci è lassù, nei piani alti della classifica e nonostante il campionato fermo a causa della pandemia, Perdicucci si gode i frutti del suo lavoro: “I ragazzi stanno continuando ad allenarsi singolarmente, il professor Basilio Arasi consegna puntualmente i programmi che i ragazzi eseguono. Al momento non abbiamo notizie sulla ripartenza del campionato, quindi non ha senso riprendere le sedute collettive, metteremmo soltanto a rischio la salute dei ragazzi e non è corretto. Sicuramente stiamo vivendo un sogno, questa società per la prima volta si sta affacciando al campionato di Eccellenza e lo sta facendo alla grande, dimostrando che con la programmazione nel calcio si può arrivare ovunque”.

Pippo Perdicucci
Il tecnico dell’Acquedolci Pippo Perdicucci

La svolta con il successo di Siracusa, ma alla base c’è l’operato di una società che ha ben operato in questi anni: “Quest’anno abbiamo dovuto rivoluzionare la squadra – ha continuato Perdicucci –. Nelle prime uscite stagionali sono arrivate buone prestazioni ma soltanto sconfitte, penso alla doppia sfida con l’Igea in Coppa Italia e all’esordio in campionato contro l’Atletico Catania, quest’ultima assolutamente immeritata. La partita di Siracusa è stata la svolta, vincere al “De Simone” per noi è stato un traguardo storico, rappresentiamo sempre un paese di poche migliaia di anime. Ma soprattutto ci ha dato la consapevolezza di essere una squadra di categoria: quando si è una neopromossa dal punto di vista mentale si patisce sempre un po’ il salto, invece così non è stato. Quello che non è mai mutato è il dna vincente della società, che ha permesso a questa gestione di scalare tutte le serie dalla terza categoria fino all’Eccellenza. Quando si hanno queste caratteristiche si va lontano”.

Paolo Genovese
Paolo Genovese, attaccante dell’Acquedolci

Nella costruzione della squadra ha pagato il giusto mix tra over e under: “Abbiamo preso giocatori del calibro di Paterniti, Russo, Bognanni e Genovese, operando un innesto per reparto, mentre il resto della rosa è composto da giovani davvero interessanti. Qui c’è un clima di euforia, ma al tempo stesso non si subiscono le pressioni che si hanno in altre piazze. L’Acquedolci in questi anni ha seminato bene e adesso sta raccogliendo l’approvazione di giocatori importanti, che in altre situazioni non avrebbero mai accettato la corte di una così piccola società. Questa è una grande famiglia, c’è stima reciproca tra ogni componente e questo fa sì che si possa lavorare bene”.

Dal mercato, Perdicucci non si aspetta grossi scossoni: “Abbiamo raggiunto un equilibrio tale che qualsiasi innesto va ponderato, credo che andremo a rinforzare il reparto under ma senza grossi stravolgimenti”.

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