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La Lnd: “La riforma aumenta i costi”. Spadafora: “Prevedo esoneri fino al 2023”

Botta e risposta tra la Lnd, rappresentata dal presidente Cosimo Sibilia, che è anche deputato di Forza Italia, e il ministro dello sport Vincenzo Spadafora, dopo l’approvazione della riforma dello sport da parte del Consiglio dei Ministri.

Cosimo Sibilia
Il presidente della Lnd Cosimo Sibilia

La Lega, che rappresenta 12mila società dilettantistiche, contesta le norme sul vincolo sportivo presenti nei decreti attuativi: “Rappresentano una grave minaccia per l’esistenza delle scuole calcio e dell’attività giovanile. Come si può pensare, in questo particolare momento storico, di mettere sulle spalle delle Asd anche il fardello dei rapporti di lavoro, dimenticando completamente i sacrifici e gli oneri già pesantissimi che gravano su queste realtà?”.

Secondo Sibilia, il decreto legislativo sul lavoro sportivo “assesterà un duro colpo alle Asd e Ssd che dovranno considerare i loro atleti dilettanti come lavoratori iscritti alla Gestione Separata Inps, con aggravio di costi e incombenze di versamenti e registrazione, fermo restando che quei contributi non arriveranno mai ai destinatari in quanto la vita sportiva di un atleta si esaurisce nell’arco di pochi anni e la loro concorrenza ad una futura ipotetica pensione consterebbe di poche decine di euro”.

Vincenzo Spadafora
Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora (foto Ansa)

Immediata la replica dell’esponente del Governo Conte: “Non bisogna fare terrorismo psicologico, sul fatto che proprio in questo momento di emergenza sanitaria Asd e Ssd non possano essere in grado di sostenere il costo di questa riforma”.

In una videoconferenza stampa, il ministro per lo Sport e le Politiche giovanili Vincenzo Spadafora, ha precisato che “è stato già istituito un fondo di 100 milioni per il 2021 e il 2022 per garantire un esonero contributivo ed è mia intenzione poter trovare risorse anche per arrivare al 2023”. Su questo tema “la riforma entrerà in vigore nell’anno sportivo dell’1 settembre – ha concluso – proprio perché volevamo andare incontro a un settore che è in difficoltà e non bisognava mettere sotto pressione tutti gli organismi sportivi”.

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