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Jonica, Saglimbeni: “Mi diverto a fare il presidente. Dubbioso sulla ripresa”

La sua Jonica è una delle novità più interessanti del panorama calcistico messinese, una squadra in grado di rappresentare un ampio spaccato del nostro territorio provinciale, sfruttando uno spirito tutto argentino. Ci è voluto un po’ di tempo, ma finalmente Carmelo Saglimbeni ha messo in piedi una squadra in grado di divertire e far togliere soddisfazioni al pubblico santateresino. Tutto questo, però, viene smorzato dal clima di profonda incertezza che si respira in ambito dilettantistico.

Carmelo Saglimbeni
Il presidente della Jonica Carmelo Saglimbeni

In seguito al Dpcm dello scorso 24 ottobre, la Lega Nazionale Dilettanti ha disposto lo stop dei campionati dall’Eccellenza in giù, ma la circolare di pochi giorni ha  dato alla società il via libera di riorganizzare gli allenamenti a partire dal 24 novembre, in vista del ritorno in campo previsto per il 6 dicembre. Ma Saglimbeni sposa la linea dello scetticismo già evidenziata da molti altri presidenti: “Sinceramente faccio molta fatica a credere che il 6 dicembre si possa giocare. La situazione del paese è sotto gli occhi di tutti, così come il tenore dei provvedimenti del Governo – ha dichiarato –. Non voglio entrare in discussioni politiche che non mi competono, ma se mi fermano per strada e mi chiedono se il 6 dicembre torniamo in campo io non posso nascondere una certa perplessità”.

Santa Teresa di Riva
Una panoramica del nuovo impianto realizzato a Santa Teresa di Riva

E dire che la Santa Teresa del calcio è un ottimo momento. La Jonica fresca di ritorno in Eccellenza sta ottenendo ottimi risultati, ma soprattutto c’è stata l’inaugurazione del nuovo impianto nel paese che presto potrà ospitare le gare interne della compagine giallorossa: “È un progetto sul quale sto lavorando da molto tempo, addirittura da tempi di Buzzanca presidente della provincia – ha continuato Saglimbeni –. È giusto che la Jonica abbia una sua casa, non si possono immaginare i disagi vissuti in questi anni tra gli allenamenti ad Antillo e le gare interne a Taormina. Ho promesso al sindaco Danilo Lo Giudice che avrei portato a termine questa missione e ci ormai ci siamo, peccato questo momento così importante per il calcio di Santa Teresa non possa essere goduto fino in fondo. Non pecco di presunzione se dico che il novanta per cento del merito è mio, ma non l’ho fatto per vanità, ma per lasciare un segno tangibile del mio operato da presidente della Jonica a tutta la popolazione di Santa Teresa”.

Carmelo Saglimbeni
Il presidente della Jonica Carmelo Saglimbeni con alcuni dirigenti

Saglimbeni è stato catapultato nel calcio quasi per sbaglio, ma adesso ci ha preso gusto. Il numero uno santateresino adora l’anima sudamericana della squadra, composta da ben otto argentini: “Dieci anni fa se vedevo una partita in televisione cambiavo canale, non avrei mai immaginato di ritrovarmi presidente della Jonica. A trascinarmi in questa avventura sono stati mio fratello e mio nipote. Dopo la retrocessione in Promozione ho capito molte cose, dopo quell’esperienza era arrivato il momento di creare una società che mi assomigliasse e che rispecchiasse il mio modo di vedere le cose. Non ha senso essere presidente se non decidi di incidere in modo netto ed efficace, così abbiamo alleggerito la società”.

Jonica
Romano, Tabares ed Echeverria tra i nuovi acquisti della Jonica

Spicca ovviamente la presenza di ben otto argentini in rosa. Il massimo dirigente spiega con onestà com’è nata questa possibilità: “Nel calcio bisogna affidarsi a persone competenti, ho avuto la fortuna di imbattermi in un procuratore che riesce a scovare questi talenti e a portarli in Italia. Sono ragazzi dotati di un’umiltà e di un senso di gratitudine unici. Oltre a essere molto validi tecnicamente, alcuni altri giocatori transitati da qui hanno preso il volo per altri campionati o per società che puntano alla promozione. Per me sono come dei figli e il mio affetto per loro è contraccambiato. Adesso ho 70 anni e posso dire che mi sto divertendo, ho il piacere nel fare calcio e questo è l’unico modo per continuare, altrimenti avrei passato le giornate al bar come tutti i miei coetanei”.

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