I tre punti all’esordio sono arrivati, ma l’Igea ha raccolto meno di quanto ha seminato, rischiando anche la beffa finale contro la Virtus Ispica. Il tutto, però, era stato messo ampiamente in preventivo dal tecnico Peppe Furnari, troppo esperto per immaginare di avere una squadra al cento per cento della condizione già alla prima di campionato. Ci sarà da lavorare, ma sono evidenti i margini di miglioramento per un gruppo composto da nomi di assoluto rilievo per la categoria. Tra questi c’è sicuramente Roberto Assenzio, uno dei primi ad accettare la corte giallorossa, aprendo la strada ad altri importanti colpi di mercato.
L’ex Licata si tiene stretti i tre punti arrivati grazie al penalty di Multanen, anche se l’1-0 finale non rende merito alla mole di gioco offerta dalla compagine barcellonese: “Credo che il risultato sia bugiardo. Abbiamo prodotto almeno altre cinque o sei palle gol nitide e altrettante situazioni pericolose, potevamo e dovevamo chiudere la pratica, anche perché nel calcio spesso accade che se mantieni ancora in vita l’avversario dopo puoi essere punito e a noi stava accadendo proprio questo. La Virtus Ispica nel finale ha avuto qualche palla gol e magari sono tornati a casa con il rammarico di non aver pareggiato una partita che, invece, sarebbe dovuta finire con un punteggio molto più ampio a nostro favore. Era importante vincere e partire con il piede giusto. Dopo tutto l’importante erano i tre punti, se arrivano dopo una vittoria per 1-0 o per 5-0 non cambia molto in termini di classifica”.
Assenzio sa bene che la mancanza di lucidità sotto porta è dovuta alla condizione fisica: “Abbiamo creato tanto. Io, Genovese e Biondo abbiamo avuto diverse occasioni per segnare. Purtroppo c’è mancata un po’ di lucidità, che ci avrebbe permesso di archiviare la pratica. Ma è normale, siamo ancora alla prima giornata e usciamo tutti da un lungo stop, quindi la condizione atletica non è ancora delle migliori. Anzi, mi sarei preoccupato del contrario, perché poi non avremmo avuto abbastanza benzina nelle gambe per affrontare il proseguo del campionato. Per carattere, cerco di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e trovo positivo il fatto di aver creato così tante palle gol già alla prima giornata: vuol dire che determinati meccanismi sono stati acquisiti. Se crei tanto, prima o poi i gol arrivano e giocatori in grado di farli noi ne abbiamo”.
L’utilizzo dell’ex Licata da parte di Furnari rappresenta una delle novità tattiche più interessanti di questo primo scorcio di stagione. Da sempre Assenzio viene utilizzato come giocatore in grado di garantire dinamismo, gol e polmoni, ma l’ex tecnico del Città di Messina ha arretrato il suo raggio d’azione di qualche metro, facendolo diventare l’autentico faro della manovra igeana, l’anello di congiunzione tra la difesa e il centrocampo.
Un ruolo di grande responsabilità che, però, lo allontana dalla porta avversaria, pegno che Assenzio paga volentieri per il bene della squadra: “All’inizio ho avuto qualche perplessità, non lo nascondo, ma ho visto che il mister credeva tanto in questa soluzione. Mi ha spronato, dicendomi che dovevo dimostrare agli altri che avevo anche piedi buoni e visione di gioco. Sicuramente è un ruolo di grande responsabilità. Abbiamo dei difensori in grado di impostare il gioco da dietro, ma serve anche chi si sgancia e si prende la palla. Rispetto a prima vedo un po’ meno la porta, perché se prima riuscivo ad andare al tiro una decina di volte, adesso invece calcio tre o quattro volte, ma vorrà dire che mi dovrò allenare per sfruttare al meglio le occasioni che mi capiteranno. Per il bene della squadra sono pronto a fare questo e altro: non mi importa segnare dieci gol se poi non contribuisco a fare una grande stagione insieme ai miei compagni”.