Il tecnico italo-argentino ha sfiorato la serie B con l’Orsa e dominato la categoria under 20 negli ultimi due anni. Tante richieste, anche dalla Nuova Pallacanestro Messina, ma è ancora incerto il suo futuro in panchina: “Devo conciliare gli impegni federali con quelli in palestra, ma se allenerò lo farò in Sicilia”.
Beto Manzo e la Sicilia. Un rapporto intenso dapprima come giocatore e adesso da allenatore. Il tecnico argentino ha scritto pagine indelebili nelle due ultime stagioni in cui ha guidato l’Orsa Barcellona prima che la pandemia da Covid-19 bloccasse la stagione nel momento più importante e lo portasse ad intraprendere una nuova strada. La sua firma è stata posta sia sugli ottimi risultati della prima squadra che dell’invidiabile settore giovanile e lui a Barcellona deve tanto.
“Abbiamo costruito qualcosa d’importante in due stagioni superlative, con il campo che ha mostrato i nostri progressi tecnici. Il progetto ha poggiato le sue basi su un organico giovane ma di qualità e il primo anno siamo arrivati ad un passo dalla serie B, persa nello spareggio nazionale. L’anno successivo abbiamo incontrato maggiori difficoltà nell’assemblare il roster, ma ringrazierò sempre i giocatori e lo staff”.
L’attualità non lo sta vedendo impegnato in panchina ma alle prese con un importante incarico internazionale, che occupa a tempo pieno coach Manzo. Lui ci svela a cosa sta lavorando già dal mese di aprile. “Curo l’importante lavoro di formazione di tutti gli allenatori per la federazione del Messico, paese in crescita internazionale, che sta investendo molte risorse. Ho un contratto fino all’estate del 2021, con un’opzione di altri dodici mesi. Spero che il Covid finisca presto in America, così mi recherò lì personalmente”.
Il suo nome è stato a lungo accostato a diversi progetti. Un club in particolare lo sta corteggiando da diverso tempo ma ad oggi nulla è ancora deciso ed il suo futuro in panchina è legato inevitabilmente alla compatibilità con i suoi impegni federali. “Ho avuto diverse proposte da fuori la Sicilia, anche di categorie superiori. Ho bisogno di un progetto conciliabile con il Messico, che già di per sé mi sottrae molte energie. Sicuramente do priorità alla Sicilia, vorrei restare vicino casa. La mia conoscenza da diversi anni, sin da quando ero giocatore, con il presidente Caruso, col quale già ho avuto modo di interfacciarmi col lavoro nel settore giovanile a Barcellona, mi ha portato a chiacchierare con la Nuova Pallacanestro Messina e rendermi edotto delle loro idee progettuali. Stiamo discutendo perché ci sarebbero basi e idee interessanti ma ribadisco che ad oggi non c’è nulla di ufficiale e sarebbe prematuro dire che sarò il loro allenatore. Dovremo valutare ogni situazione”.
Il fatto che il Messico abbia puntato su di lui di certo rappresenta una soddisfazione e un carico di responsabilità sempre crescenti, così come il feeling che lo lega ai giocatori che ha allenato in questi ultimi anni. “Voglio ripagare la stima della Federazione che ha riposto speranze e risorse nel mio lavoro. È una cosa che mi inorgoglisce tanto, così come il fatto che diversi giocatori si dichiarano disponibili ad essere allenati da me. Ho avuto in questi anni sia under che over di valore, ma pensare che un atleta fuori categoria e con una grande carriera alle spalle come Paolo Mancasola mi ha seguito in tutto è molto significativo. Non so se arriverà una panchina nel prossimo futuro, voglio ad ogni modo ringraziare tutti i miei giocatori che spero facciano altrettanto bene nelle loro nuove esperienze. Non voglio bloccare nessuno ma se tornerò a guidare una squadra e qualcuno sarà libero sicuramente vorrei che facesse parte della mia squadra”.
Con i giovani dell’Orsa altre grandi soddisfazioni, due stagioni di successi per una squadra praticamente imbattibile contro le parigrado a livello regionale anche contro i migliori vivai dell’isola. “La più grande soddisfazione è stata recentemente collezionata con l’Under 18, l’essere riusciti a superare uno squadrone come l’Orlandina che aveva due lettoni da quintetto nella Nazionale Under 16. Lo stesso gruppo con qualche innesto partecipata alla categoria Under 20 e ha conquistato un titolo regionale. I miei “ragazzi terribili” sono stati eccezionali. Il lavoro è sempre stato fondamentale: al di là dei risultati, vedere i miglioramenti tecnici espressi dai ragazzi da quando siamo partiti ad agosto sino alla conclusione a maggio è molto bello ed è quello che si portano dietro e li motiva ad innamorarsi del gioco. Poi è normale che oltre a partecipare tutti vogliano vincere”.
In conclusione l’ex giocatore di Barcellona, Racalmuto, Gela, Licata e Canicattì è sincero sul mancato approdo come allenatore in serie B nei mesi scorsi. “Dopo la finale persa a Ferentino sarei potuto uscire dal contratto con l’Orsa e sposare alcune proposte dalla B. Non ho voluto e ho preferito rispettare il mio contratto di un altro anno in essere col club giallorosso. È stata una scelta condivisa e convinta perché non mi importava della categoria. Anche quest’anno avrei potuto cedere ad alcune avances di altri club ma non mi pento affatto di non averlo fatto e di aver portato avanti il lavoro con una società a me cara, pur tra diverse difficoltà di roster”.