Otto anni dopo, Pablo Martin Ledesma torna in Italia. Nel 2008 a portarlo in Sicilia, al Catania, fu Pietro Lo Monaco, attuale consigliere della Lega Pro, che non nasconde un po’ di stupore per l’operazione formalizzata dal Fc Messina: “Mi sorprende sia arrivato qui. Sinceramente è strano che abbia accettato di chiudere la propria carriera in D in Italia, anche se in Argentina si rischia il nono default nella storia del Paese e quindi il momento da loro non è certo semplice. Può giostrare da mezzala o da interno di destra. È dotato di ottima tecnica e di tanta corsa, anche se oggi ovviamente ha 36 anni”.
Ledesma ha vinto nove trofei con il Boca Juniors: tre campionati e sei Coppe, soprattutto una Libertadores. Tra il 2008 e il 2011 la parentesi a Catania, con 75 presenze e quattro reti. Lo Monaco ricorda: “Lo abbiamo ingaggiato versando circa due milioni di euro. Aveva grandi potenzialità ed era partito benissimo. Poi è stato un po’ frenato dagli infortuni, che ne hanno limitato il rendimento. Avrebbe potuto affermarsi maggiormente. È ritornato al Boca e ha giocato la finale della Libertadores”.
Nel 2012/13 anche l’Acr Messina di Lo Monaco riportò in Italia l’honduregno Leon, dopo le esperienze in patria e in Cina, anche se il paragone regge soltanto in parte. “Ledesma non c’entra nulla con la serie D, anche se ovviamente dovrà adattarsi a una realtà differente. Sicuramente non è quello di dieci anni fa, ma ha un’esperienza pazzesca e ha quasi sempre giocato in A. L’ho seguito fino a due anni fa, quando giocava nel Colon, prima delle recenti esperienze in B con Patronato e Alvarado”.
Lo Monaco rende merito al Fc Messina per la definizione dell’operazione: “Anche Facundo Coria aveva un passato importante in Argentina. Evidentemente hanno un canale preferenziale, che gli consente di chiudere operazioni assolutamente affascinanti. Portare Ledesma in D non era certo scontato. Se torna in Italia dopo otto anni forse fa una scelta di vita. Magari ha inciso la presenza di un connazionale come Grabinski, che dopo gli esordi nell’Estudiantes ha giocato per quindici anni da noi”.
Il Fc parte con i favori del pronostico, in un torneo sulla carta più equilibrato degli ultimi due dominati da Bari e Palermo: “È un torneo aperto a tutti, non c’è ancora una formazione in grado di ammazzare il campionato. È giusto che le formazioni più ambiziose si attrezzino: è il caso di Savoia, Acireale e Licata. L’Acr? Non so come si muoverà né ho più risentito Sciotto. Il Taranto allestirà una squadra importante e potrebbe chiedere di essere spostato nel girone I. Santa Maria di Castellabate e Nocerina potrebbero prendere il posto del Savoia per questioni geografiche”.
Per il Fc c’è ancora il sogno della C: “Tante società hanno l’esigenza di sistemare tutti gli incartamenti entro il termine del 5 agosto. Qualche scivolone potrebbe esserci. La Sicula Leonzio? Non ha debiti, ma una situazione particolare dal punto di vista societario. Il problema è soltanto la fideiussione ma deve trovare degli acquirenti in extremis. Il Catania? Mi auguro possa ripartire al meglio”.
Il girone C di terza serie sarà quanto mai combattuto: “Con Bari, Palermo, Catanzaro e Trapani sarà di una difficoltà mostruosa. In fondo manca soltanto Messina. Proporre ancora due squadre mi sembra esagerato: l’ambiente dovrebbe sensibilizzarsi in tal senso. Purtroppo mi fate ripetere un ritornello ripetuto cinque anni fa: dopo due primi posti si è persa l’occasione di imitare club come il Parma ma la città non rispose e sono stato costretto ad operare scelte differenti”.