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Il sontuoso mercato di Milano, che dopo 30 anni prova a imporsi anche in Europa

“Il futuro appartiene a coloro che si preparano per esso, oggi”. Questa bellissima frase di Malcolm X è secondo noi quella più indicata per ricordarvi come nel basket giocato ai massimi livelli sia necessario lavorare alacremente senza perdere nemmeno un istante se si vuole costruire il progetto vincente di domani. Questo l’Olimpia Milano lo sa, visto e considerato che negli ultimi mesi si è mossa molto attivamente sul mercato con l’obiettivo di trasformarsi da ottima squadra (quarto posto ottenuto nell’ultimo torneo) a corazzata inaffondabile.

basket
Un pallone da basket

Alle illustri cessioni dei giorni scorsi che non sono passate certo sottotraccia, con protagonisti il totem Luis Scola e la guardia Amedeo Della Valle, si sono succeduti ingaggi di peso come quello del giramondo Davide Moretti, play-maker di ruolo dalla visione a 360°, dell’ex Barcellona Malcolm Delaney, guardia e all’occorrenza sublime passatore come dimostrano i suoi 5 assist di media a partita durante l’ultima esperienza spagnola, e, non da ultimo, di un certo Kyle Hines, un cestista che sa davvero cosa significa vincere. Le quattro Eurolega vinte con la gloriosa casacca del Cska Mosca sono un ottimo biglietto da visita per il centro americano classe ’86, che saprà certamente trascinare il gruppo verso importanti trionfi.

Se tutto questo non fosse sufficiente, sappiate che l’Olimpia ha inserito in rosa il giovane Shavon Shields, ala piccola molto agile e cattiva quando c’è da incendiare la retina avversaria direttamente dal mid-range. E infine la dirigenza meneghina si è assicurata l’azzurro Luigi Datome, ex Boston Celtics che purtroppo non ha lasciato un segno tangibile in Nba. Insomma, un roster che fa sognare a occhi aperti. Una campagna acquisti sontuosa e che incorona Milano quale regina indiscussa dell’attuale mercato.

Betaland-Milano
Una fase del match tra Betaland e Milano (foto Roberta Fazio)

Nomi di peso per un futuro sicuramente roseo. L’Olimpia Milano, come detto, si è mossa davvero molto bene in questo ultimo periodo per ciò che concerne l’acquisto di veri e propri fuoriclasse su cui la società più titolata d’Italia ha deciso di investire al fine di puntellare una formazione che aveva certamente bisogno di almeno un ottimo passatore e soprattutto di punti freschi nelle mani. Atleti di grande esperienza – pensate solo alla parentesi di Delaney in Nba con la maglia di Atlanta – e di peso, come ci confermano anche gli esperti di pokerstarsnews.it da sempre abituati a parlare al proprio pubblico di riferimento della mitica palla arancione più bella che esista al mondo, che hanno sposato con entusiasmo il progetto di Milano che punta, manco a dirlo, a tornare subito al trionfo in Italia, dopo il tricolore del 2018-2019 della Reyer Venezia, e a provarci in Eurolega, dove i biancorossi non riescono a imporsi addirittura dal lontano 1988.

In che cosa ha difettato Milano quest’anno? Se si decide di ingaggiare atleti di questo calibro, molto forti e al contempo professionali come il grandissimo Basile, è evidente come ci siano stati aspetti del gioco di quest’anno che non hanno convinto la dirigenza biancorossa e nemmeno i tifosi che hanno seguito i propri beniamini riempiendo a più riprese il Mediolanum Forum. A pesare soprattutto la mancanza di cattiveria e concentrazione in occasione di partite giocate punto a punto, in cui era doveroso ammazzare la gara (vedi Milano-Cantù 83-89) e successivamente nel flop di alcuni specialisti come Nemanja Nedović.

Un pallone da basket
Milano insegue l’Eurolega ormai da oltre trent’anni

Il serbo, che ha appena salutato Milano, ha reso al di sotto delle sue possibilità come lui stesso ha riconosciuto in un bel post pubblicato su Instagram in cui ha ringraziato tutti. Il suo essere intangibile non ha giovato a una squadra che ha scritto le più belle pagine di basket recenti solo quando è riuscita a coinvolgere al 100% tutti i protagonisti che hanno calcato il parquet. Dopo questo mercato estivo dovrebbero esserci meno cali sul finale di match e un maggior tasso di aggressività spalmato su 40 minuti.

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