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Morgana: “Presto per parlare di riforme”. Lo Monaco: “Servirà un altro Consiglio”

La riforma dei campionati non era all’ordine del giorno del Consiglio Federale che ha sancito la chiusura ufficiale della serie D, con otto giornate di anticipo, ma imposto il ritorno in campo alla C, che avrebbe volentieri imitato i Dilettanti. Nella riunione si è deciso di varare, in caso di sospensione anticipata del torneo, i playoff e i playout anche per la serie A, ed è arrivato anche l’ok, come extrema ratio, all’adozione di un algoritmo, se i contagi dovessero avere la meglio sul calcio giocato.

Pietro Lo Monaco
Un primo piano di Pietro Lo Monaco

Dopo mesi di speculazioni, non è stato invece ancora affrontato in modo organico il tema di una riforma. Sul tema abbiamo contattato telefonicamente il vicepresidente della Lega Nazionale Dilettanti area Sud Sandro Morgana: “Ancora è presto per parlare in modo approfondito di un’eventuale riforma dei campionati professionistici. Il calcio è fermo da tre mesi e sul tavolo ci sono quindi ben altri problemi, che chiaramente non si risolvono in un attimo. Sinceramente credo sia prematuro anche parlare di date. Non sappiamo ancora con precisione quali saranno le prossime tappe”. 

Sandro Morgana
Il vice-presidente della Lnd Sandro Morgana in conferenza stampa al Comune

Una linea confermata ai nostro microfoni dall’ex amministratore delegato del Catania Pietro Lo Monaco, che era presente a Roma nella sede del Federcalcio in qualità di consigliere: “Di riforma se ne parlerà probabilmente nel prossimo Consiglio Federale. Al momento bisognava adottare tutte le misure necessarie per chiudere al meglio un’annata che purtroppo si è rivelata disgraziata per via dell’emergenza Coronavirus. Era fondamentale dare continuità a tutti i campionati professionistici e definire un percorso utile anche per i Dilettanti, per i quali è stata sancita ufficialmente la chiusura del campionato. Ora serviranno interventi strutturali per far sì che la categoria possa davvero ripartire”.

Gabriele Gravina
Gabriele Gravina, presidente della Figc, durante la riunione del Consiglio Nazionale del Coni (foto Ansa)

La necessità di ridurre il numero delle formazioni professionistiche è stata ribadita nelle scorse settimane anche dal presidente della Figc Gabriele Gravina. Indiscrezioni giornalistiche hanno paventato l’ipotesi di una B a quaranta squadre e di una C trasformata in torneo semi-professionistico, costretto a cascata ad incassarne le conseguenze. In questo modo i club professionistici passerebbero da cento a sessanta.

Le varie leghe hanno un differente peso specifico in sede di Consiglio, dove la A ha appena votato contro playoff e playout, poi approvati con il voto delle altre componenti. È evidente che se davvero la B passerà davvero da venti a quaranta squadre cambieranno anche gli equilibri e quindi la rappresentatività federale. Una manovra talmente complessa, che con ogni probabilità avrà effetti soltanto sulla stagione successiva.

Ghirelli
Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli

Peraltro, se dalla Lnd arrivano ufficiose aperture, annuncia invece battaglia il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli: “Alcuni hanno aperto anche dall’interno varchi per un progetto assurdo come B1 o B2. Noi siamo per le riforme: quando entreremo nel merito vedremo chi ha bluffato o meno. Le riforme riguardano la A, la B, la C, la D: se qualcuno pensa di giocare sulla distruzione della C ha già perso. Ora la partita si gioca sulla qualità della riforma”.

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