Una sola autoretrocessione dalla A mentre sono tanti i casi difficiili: Agrigento, Imola, Biella e Roseto.
Cosa accadrebbe se uno o più club di A (Pesaro, Pistoia e Cremona) decidesse di scendere di categoria, e conemporaneamente tutte le società di A2 aventi diritto si presentassero al via? Semplice, non ci sarebbe riposizionamento; ossia, ripartirebbero da un campionato in feriore, la serie B… Questo è scritto in una lettera inviata dalla LNP alla serie A. Un riposizionamento verrebbe accettato solo qualora la A2 fosse a numero dispari non superiore a 28. Attualmente la A2 è composta da 27 squadre, perché Torino è stata portata in A: quindi, se una tra Pesaro, Pistoia o Cremona vuole scendere di livello, un posto c’è in A2. Ma due no: scoprendosi a 26, la A2 resterebbe a 26. Situazione intricata è dir poco. In tutto questo Pietro Basciano, presidente della Lega Nazionale Pallacanestro, deve tenere il timone della sua barca ben dritto.
Basciano, qual’è la situazione della A2?
“Si stanno raccogliendo i cocci dei danni che l’interruzione del campionato ha portato: sponsor che per motivi economici si sono fermati, club che cercano di riorganizzarsi. Ci sono società che hanno già venduto il titolo spo rtivo, come Montegranaro a Chieti, altre che faranno un passo indietro. L’auspicio è che a ripartire siano tutte e 28 le squadre. Ma non sarei sorpreso se saranno meno di 28 …”
E nell’eventualità in cui non tutte fossero al via, pensate di iniziare con un numero inferiore?
“Se ci sarà un numero di club pari o inferiore a 28, rimarrà tale. Potremmo dunque riprendere a 26 o a 24. Non faremo ripescaggi. Chiaro che con un numero dispari, ad esempio 27, allora sì che ripescheremo una squadra. Oppure ci sarà un riposizionamento di una squadra dalla A”.
Cosa accade a Derthona? Si trasferirà a Genova?
“No. Rimarrà in A2 cercando di vincere il campionato”
Caserta ha un nuovo proprietario. L’ha conosciuto?
“No, nessuno mi ha chiamato”.
Ci sono tante situazioni critiche: Agrigento, Biella, Imola che sembra voglia scendere in B. Che ne pensa ?
“Ho parlato con il proprietario di Agrigento, Moncada: sta valutando se scendere in B o meno. Ma l’ho trovato più disponibile rispetto a qualche giorno fa a proseguire in A2. Imola vuole fare un passo indietro, però non ha ancora deciso. Biella chiede aiuto ? Non pensavo che fosse così difficile la sua situazione economica. Spero che prosegua, un clubb simile non può non far parte della A2”.
Una piazza storica, Roseto, sta per cedere il diritto sportivo alla Stella Azzurra Roma; che segnale è per il nostro basket?
“Evidentemente non c’erano i presupposti economici per sostenere il campionato di A2. Certo, la Stella non potrà giocare a Roma (andrà a Veroli, ndr). E’ la situazione di tante città italiane dove le amministrazioni pubbliche hanno fatto poco per i palazzetti. E’ un peccato. Bisognerebbe fare qualche sagra paesana in meno ed investire di più in contesti sociali sportivi. Abbiamo strutture abbandonate e gestite malissimo. Roma non ha un palazzetto da 23000 posti, e così la Stella e l’Eurobasket saranno costretti a disputare le loro partite fuori città, con il Palazzetto dello sport in stato di abbandono e vandalizzato”.
Che cambiamenti vedremo in A2, a fronte di questa crisi?
“Sicuramente una riduzione dei budget per la costruzione delle squadre: in molti per mancanza di sponsor abbonamenti e incassi saranno costretti a scegliere questa via. Poi qualcuno punterà di più sui giovani per ridurre i costi.
Il livello del basket si ab basserà?
“Non credo: mantenendo due promozioni, il desiderio delle società di salire rimarrà invariato; e tante squadre vogliono continuare a crescere con ragazzi che giocando più minuti possano solo migliorare. Noi con altre leghe stiamo presentando un progetto per quanto riguarda il credito d’imposta sulle sponsorizzazioni, ma non sappiamo se sarà accettato”.
Intervista del Corriere dello Sport