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Grifoni: “A Messina ho lasciato il cuore. Indimenticabile il 2-0 alla Reggina”

Che l’ultimo decennio dei tifosi messinesi non sia stato certo ricco di soddisfazioni non vi sono dubbi. Ma fra tutte queste nefaste annate ce n’è una in particolare che rimarrà indelebile nelle memorie dei tifosi peloritani. Ci riferiamo alla stagione 2016/2017, quella per intenderci dell’era Stracuzzi-Proto, a dir poco tribolata, anche per l’epilogo. Conclusa, però, con una salvezza che, viste le premesse e l’andamento del torneo, è per certi versi miracolosa.

Giulio Grifoni
Giulio Grifoni con la maglia del Messina (foto Nino La Macchia)

La tifoseria può senz’altro ricordare l’attaccamento alla maglia di quella squadra. Tra i protagonisti di quel campionato il centrocampista toscano Giulio Grifoni, laterale che collezionò 24 presenze e che in carriera è ormai prossimo alle duecento apparizioni complessive.

Dove ti trovi adesso e come hai trascorso questo difficile periodo per tutti noi?
“Attualmente mi trovo a Follonica, dove abito con la mia ragazza e dove lavoro. Questa è la mia seconda stagione nel Follonica Gavorrano in serie D”.

Hai avuto recentemente un’esperienza all’estero, precisamente in Macedonia. Come ti sei trovato e come valuti quell’avventura?
“Ho voluto fare questa esperienza all’estero poiché ero nauseato da tante cose che avevo visto nel campionato di serie C e quando Goran Pandev (l’attaccante del Genoa, ex Inter, è il presidente della squadra, l’Akademija Pandev appunto, ndc) mi ha proposto questa opportunità non ci ho pensato due volte e sono andato. È stata una bellissima esperienza che rifarei cento volte, che mi ha permesso di conoscere un calcio diverso, dove la serie A è al livello della nostra C, a parte due squadre che potrebbero fare a mani basse la nostra B”.

Giulio Grifoni
Ancora Grifoni al “Franco Scoglio” (foto Nino La Macchia)

Al Sud hai avuto due sole esperienze, rispettivamente a Castellammare di Stabia e a Messina. Quali differenze hai trovato fra le due piazze?
“Sono state entrambe due avventure bellissime. A Castellammare non ho giocato tanto, anche a causa di qualche infortunio. A Messina, nonostante l’anno drammatico a livello societario, ci ho lasciato il cuore”.

A Messina sei stato richiesto espressamente da mister Lucarelli e, pur non essendo rimasto moltissimo tempo, hai lasciato un ottimo ricordo. Al netto della disastrosa situazione societaria di allora, che ricordi conservi di quel campionato?
“Il mister, appena ha saputo della chiamata da Messina, mi ha chiesto subito di seguirlo e ho preso il primo aereo per la Sicilia. Ricordo solo che siamo stati un gruppo di uomini veri, perché non prendendo soldi per sei mesi di fila, abbiamo voluto portare a termine ad ogni costo il nostro obiettivo che al tempo era la salvezza. E vi posso giurare che nella situazione in cui ci trovavamo è stata una vera impresa”.

Messina-Reggina
Il Messina celebra la vittoria per 2-0 contro la Reggina (foto Giovanni Chillemi)

L’episodio o la partita che ti è rimasta più impressa.
Sono due le partite che ricordo con più gioia. Il derby vinto dopo Natale contro la Reggina, perché venivamo da due-tre sconfitte di fila e quella partita per noi poteva rappresentare la svolta. Ricordo che entrammo in campo veramente con il sangue agli occhi, sapendo dell’importanza che aveva la partita, sia per noi che per i tifosi. Non ci fu storia, dominammo e vincemmo 2-0. Tra l’altro feci pure l’assist del 2-0 per Milinkovic. E poi la partita salvezza a Vibo Valentia, dove sembrava si giocasse in casa per quanti tifosi vennero al seguito. La gioia di abbracciarci con loro a fine gara per esserci salvati fu veramente grande”. 

Il vostro è stato un gruppo di uomini veri, soprattutto per quello che avete dovuto sopportare anche fuori dal campo. Con quale compagno di quella squadra sei rimasto maggiormente in contatto?
“È veramente difficile riuscire a mettere d’accordo venti-venticinque ragazzi nel dire: “Salviamoci, comunque vada salviamoci, poi per i soldi vedremo”. Fu anche merito di Lucarelli, al tempo, di farci credere in questo. Ogni tanto mi sento ancora con Berardi, Foresta, Rea e Milinkovic, anche solo per due battute”.

Lucarelli e Alessandro
Cristiano Lucarelli e Ciccio Alessandro ad Andria

Cosa ti manca di Messina?
“L’aria che si respirava la domenica in casa, perché giocare in quello stadio e con sempre una bella cornice di pubblico, come lo era il nostro in serie C, non è facile trovarlo. Ma comunque sinceramente mi manca sotto tanti aspetti, perché mi sono trovato veramente bene in città e ho ancora tanti amici messinesi con cui sono sempre in contatto. Ci ho lasciato il cuore e con me la mia ragazza”. 

Il compagno di squadra col quale hai legato di più in quell’annata? Ed il personaggio extra-calcistico che ricordi di quel periodo?
“Non c’è una persona in particolare con cui ho legato di più, ma come ho detto prima ogni tanto mi sento con qualcuno di loro anche solo per scambiare due chiacchiere. Se poi devo dire una persona dico Ciccio Alessandro, per come aiutò me e la mia ragazza ad integrarmi in città e per come si mise a disposizione per tutto. Una persona davvero eccezionale”.

Curva Sud
Sciarpe e bandiere in Curva Sud

Cosa auguri al Messina?
“Auguro al Messina di riuscire a ritrovare la serenità e di ritornare nel calcio che conta. Una piazza così non meritava la serie C, figuriamoci la D. Spero che finalmente i tifosi riescano di nuovo ad innamorarsi di una squadra per la quale ogni domenica fanno mille sacrifici”.

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