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Senza l’ok al protocollo il Governo imporrà lo stop. Preservando i diritti tv

Una intesa sul protocollo sanitario per la ripresa degli allenamenti tra Commissione tecnico scientifica e Federcalcio o il Governo dichiarerà finito qui il campionato di calcio, senza ulteriori indugi. Il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, prospetta esplicitamente l’interruzione definitiva dei campionati professionistici e lo fa sottolineando che l’esecutivo è pronto ad assumersi la responsabilità della scelta.

Assemblea
Un momento dell’assemblea della Figc (foto Ansa)

“Se il comitato tecnico e la Figc troveranno un accordo per modificare il protocollo, gli allenamenti riprenderanno, altrimenti il campionato sarà finito qui; ci assumeremo noi questa responsabilità, facendo in modo che il calcio come altri settori possa avere meno danni possibili”, l’annuncio del ministro, quasi in risposta alle ultime dichiarazioni del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, che aveva detto: “Non firmerò mai per lo stop dei campionati, ce lo imponga il Governo”.

Si moltiplicano gli appelli di giocatori e tecnici. “Serve sapere presto se si ricomincia”, ha detto l’allenatore del Milan Stefano Pioli. Lungo una strada sempre più stretta per la serie A potrebbe però avverarsi – più che lo scenario di Germania, Spagna e Inghilterra, avviate alla ripartenza dei campionati – quello della Francia, dove lo stop ai campionati è stato deciso dal primo ministro Philippe, recepito dalla Federcalcio transalpina, e certificato dall’assegnazione dello scudetto al Psg e dalla retrocessione delle ultime due in classifica.

Spadafora e Malagò
Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e il presidente del Coni Giovanni Malagò (foto Ansa)

Il Tolosa, però, non ha intenzione di finire in Ligue 2 in questo modo e ha già annunciato ricorso, prospettando quello scenario evocato e temuto da Gravina nel caso in cui a sgonfiare il pallone fosse la politica. L’unica soluzione per evitare contenziosi in sede sportiva e amministrativa sarebbe quella di concludere la stagione sul campo, ma la strada è sempre più complicata. E ora è legata a doppio filo al protocollo sanitario per la ripresa degli allenamenti che dovrebbe avvenire il 18 maggio.

“In questi giorni la Commissione tecnico scientifica sta incontrano varie componenti del mondo dello sport e anche la Figc per ottenere approfondimenti”, ha spiegato Spadafora. La Figc in realtà aspetta la convocazione per entrare nel merito del documento, e intanto ha riunito le proprie componenti per affrontare il tema delle licenze nazionali. In occasione del Consiglio federale convocato per l’8 maggio saranno portate in approvazione linee guida molto dettagliate (ma senza date visto che ancora non si sa quando finirà la stagione) per permettere alle società di prepararsi in vista delle iscrizioni ai prossimi campionati.

Paolo Dal Pino
Il presidente della Lega di serie A Paolo Dal Pino (foto Ansa)

Venerdì 1 maggio invece si riunirà la Lega di serie A per discutere principalmente di diritti tv. Alla Confindustria del pallone Spadafora ha però chiesto di “porre fine a polemiche e scontri”, ricevendo una immediata replica dal presidente Paolo Dal Pino: “Apprezzo il suo appello, solo uniti se ne esce. Da parte nostra c’è stata e sempre ci sarà disponibilità a un dialogo costruttivo, nella certezza che il lavoro del ministro e il nostro non possano che mirare a un bene comune nella sua accezione più ampia. È naturale che la Lega voglia giocare a pallone. Se sarà possibile farlo rispettando norme e protocolli sanitari, bene. Altrimenti ci atterremo alle decisioni del Governo”.

Anche perché uno stop imposto dalla politica rappresenterebbe un assist prezioso per poter riscuotere per intero dalle tv (da Sky e Dazn in Italia, Img per l’estero) i pagamenti previsti. La rassicurazione più attesa dai club, che temono un salasso economico a causa del lockdown. Già quantificato per il complessivo sistema calcio in 700 milioni, che potrebbero essere dimezzati soltanto riprendendo a giocare a porte chiuse.

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