404 pagine per aiutare il Governo a decidere. “Lo sport riparte in sicurezza”: è questo il titolo del rapporto che il Politecnico di Torino ha sviluppato con il Coni e il Comitato Paralimpico per consentire a tutte le 387 discipline sportive di uscire dall’emergenza Covid-19 non appena arriveranno le dovute autorizzazioni da Palazzo Chigi.
“Ognuno protegge tutti” è la sintesi dell’iniziativa che gli ingegneri, sulla base delle indicazioni ricevute dalle Federazioni, dalle Discipline Sportive e dagli Enti di Promozione, tramite il Coni e il lavoro dello staff del suo segretario generale, Carlo Mornati, hanno realizzato certificando i diversi fattori di rischio delle singole attività sportive e che da domenica sera è sulla scrivania del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora.
In questa fase iniziale è stato chiesto a tutte le federazioni di procedere con un’autovalutazione, indicando per ogni singola specialità sportiva in relazione al luogo di pratica e alla natura dell’evento (allenamento o gara) il relativo fattore di rischio. Il documento ha lo scopo di fornire indicazioni e azioni di mitigazione che possano accompagnare la ripresa a seguito del lockdown. Per lo sport indicazioni e azioni di mitigazione dovranno essere declinate per la fase agonistica successivamente. Al momento le linee guida valgono per atleti, allenatori, ufficiali di gara, da osservare con carattere temporaneo e strettamente legate alla fase di emergenza.
Tra gli sport meno rischiosi si trovano vela (ma solo in barche con equipaggio singolo), ginnastica artistica (ma non la ritmica), equitazione, golf e tennis. Tutti gli sport di contatto e di squadra invece figurano nelle categorie medio alte nei coefficienti di contagio. Per ognuno di essi figurano comunque i consigli per riprendere in sicurezza. Nel tennis ad esempio per giocare un match singolare (per il doppio le classi di rischio aumentano) vengono suggeriti gli occhiali per evitare contatto occhi-mani, panchine separate, palline personali (per evitare che l’altro giocatore le usi), ed evitare la contemporaneità a rete. Più facile l’allenamento a patto che si mantengano le distanze interpersonali tra maestro e atleta.
La vela in barca singola è a contagio bassissimo a patto di lavare mani, imbarcazione e vele prima di ogni uscita. Più complicate judo e scherma (anche nell’allenamento con i maestri) mentre nel tiro con l’arco basta rispettare la distanza interpersonale. Completamente diverso è il discorso sugli sport di squadra per i cui allenamenti sono indicate formazioni di gruppi chiusi e costanti mantenendo distanze interpersonali, evitando disposizioni in linea degli atleti nelle fasi di corsa fino all’obbligatorietà del tampone 48 ore prima di ogni gara e obbligando a mascherina e distanziamento sociale chi siede in panchina. L’uscita dall’emergenza è ancora molto lontana.