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Messina

Molino: “Il basket femminile si è fermato in tempo. Lo ha fatto anche la Wnba”

Non sono molti gli addetti ai lavori che a Messina possono vantare i suoi numeri. Il suo palmares somma la conquista di due scudetti con Taranto e Napoli, altrettante Supercoppe Italiane, una Coppa Italia e due promozioni dalla serie A2 oltre a diverse stagioni vissute sempre da protagonista in massima serie. Nino Molino nei primi anni di carriera, precisamente tra la fine degli anni Ottanta e metà anni Novanta, ha avuto anche il merito con le sue gesta di fare innamorare perdutamente la città dello Stretto della palla a spicchi, come testimonia un grande seguito di pubblico e sfide indimenticabili con la Rescifina traghettata dalla A2 fino ad una storica semifinale scudetto. Preciso momento storico nel quale la società duellava a distanza in ambito cittadino con la Pcr, che ottenne risultati altisonanti per la città in ambito nazionale.

Il tecnico peloritano è sempre attento su tutto quello che il movimento offre e dopo una stagione che, per sua scelta, non lo ha visto protagonista diretto in panchina ha voglia di individuare il progetto a lui congeniale, che gli permetta di rimettersi in discussione. La sua analisi parte dal difficile momento che tutti stiamo vivendo: “Sono a Messina coi miei affetti familiari eccetto mio figlio, che lavora a Torino in modalità smart working. Il paese inizialmente non era preparato a un evento di tale portata, che richiede scelte decise ed efficaci per assicurare la salute collettiva. Servirà tempo per la ripartenza di tutte le attività quotidiane, tra cui lo sport, che dovrà essere bravo a coniugarsi con le difficoltà che il distanziamento sociale inevitabilmente impone. Il Governo nel nostro settore dovrà aiutare le diverse federazioni e a cascata tutti i club”.

Intervista a Nino Molino

Il settore femminile a partire dai suoi vertici, ovvero A1 e A2, si è subito schierato per la neutralizzazione della stagione perché è parso evidente che le condizioni di sicurezza non ci fossero più: “Una decisione di buon senso e presa per tempo alla luce delle richieste del Comitato tecnico scientifico. Questo ha permesso uno sgravio di costi ai club di massima serie, che hanno risparmiato sugli affitti degli immobili delle giocatrici che hanno concluso le loro fatiche. Si tende ad un minor danno per questa stagione e si preparano le basi per la prossima, che sarà difficile per tutti sia a livello di tempistiche di ripartenza che sul fronte dell’erogazione di risorse da destinare ai club sofferenti”.

Da settembre si spera di poter ritornare ad un minimo di serenità e poter accedere nuovamente alle strutture rimaste tristemente vuote in questo periodo così travagliato: “La prossima stagione di massima serie è avvolta dalla massima incertezza, a partire dalla data di avvio. Sono tante le problematiche delle squadre anche soltanto per il semplice svolgimento degli allenamenti, il basket è lo sport di contatto per eccellenza e bisognerà capire come uniformarsi ai dettami del comitato tecnico scientifico. Sono altrettanto sicuro che quando le condizioni torneranno ai livelli di massima sicurezza sarà un piacere per tutti tornare in campo perché fare sport è un’esigenza primaria”.

Nino Molino
L’allenatore Nino Molino

Il momento è a dir poco eccezionale, i calendari sono pronti per essere stravolti: “Basti pensare che in America slitterà al prossimo inverno la Wnba, massima lega a stelle e strisce generalmente estiva, questa decisione costringerà le giocatrici Usa a non essere presenti alle competizioni europee concomitanti. Un’atleta nazionale ai massimi livelli come Cecilia Zandalasini, che era stata confermata al di là dell’Oceano da Minnesota, credo che darà priorità al campionato turco col Fenerbahce e i top club italiani quindi presumibilmente punteranno ad un innesto in sede di mercato nella seconda parte di stagione piuttosto che puntare su un’atleta di secondo piano in avvio”.

Nino Molino
Nino Molino in panchina

Le priorità dei diversi sodalizi riguardano al rispetto dei budget e al contenimento dei costi, la programmazione al momento è ferma: “Le squadre devono transare i contratti per evitare spese eccessive per prestazioni non ottenute, questo creerà disuguaglianze. Schio e Venezia con alle spalle proprietà forti non avranno particolari problemi a risintonizzarsi sulla prossima stagione mentre per gli altri club tutto è più enigmatico. La mia ex squadra Ragusa deve capire le intenzioni della proprietà che ha grande passione ma deve riflettere. Il progetto continuerà, magari cambierà assetto orientandosi su un più ampio raggio senza l’ossessione di conseguire il risultato nell’immediato inseguendo le due lepri Reyer e Famila. Personalmente cerco una nuova sfida in massima serie perché la voglia di tornare in panchina è tanta ma non ho fretta, pondererò e deciderò per il meglio”.

Nino Molino
Nino Molino ha portato Ragusa a gara 5 per la conquista dello scudetto

Quest’anno coach Molino non ha resistito al richiamo del campo ed ha dato una grande mano a livello di esperienza alla formazione maschile del Castanea che ha potuto saggiare le grandi qualità tecniche del tecnico peloritano: “Ho voluto dare una mano, mi sono trovato bene con Frisenda anche se sostenevo solo due allenamenti. Ho visto che i ragazzi hanno ottenuto grandi progressi e la soddisfazione per il cammino ottenuto era reciproca. E’ una società composta da persone per bene e mi ha fatto piacere che tutti hanno apprezzato il mio lavoro”.

La ricetta per Messina, una città sempre cara ma che fatica a ritrovare competitività a diversi livelli sportivi: “La città ha bisogno di essere rappresentata ai massimi livelli. L’idea da seguire secondo me è quella delle polisportive che consentono l’unione delle forze interdisciplinare, sfruttando anche la regia del sindaco molto presente sul territorio. Non sfruttare gli impianti cittadini sarebbe un vero peccato. Lo sport infatti è il volano giusto per una città a trazione turistica come la nostra che non deve limitarsi a essere unicamente l’attraversamento per la Sicilia”.

L’ultima considerazione riguarda il livello del basket femminile raggiunto dalla nostra provincia: “Siamo fermi alla serie B ma vedo buone intenzioni. Patti puntava alla promozione in A2 e coach Buzzanca lavora con abnegazione a questo traguardo. L’unione cittadina tra le società Rescifina e Cus è un buon inizio, va sfruttato l’impianto universitario e l’esperienza dei dirigenti. Si deve puntare ad un progetto pluriennale coinvolgendo il settore giovanile che può ottenere ottimi risultati”.

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