Dodici società militanti nel girone B di Eccellenza (Acicatena Calcio 1973, Atletico Catania, Carlentini Calcio, Città di Rosolini 1953, Enna Calcio S.C.S.D., Mascalucia San Pio X, Ragusa Calcio, Real Siracusa Belvedere, Santa Croce, Sport Club Palazzolo, Sporting Pedara, S.S.D.Città di Scordia) hanno sottoscritto una lettera aperta, inviata al presidente del Cr Sicilia Santino Lo Presti, manifestando l’impossibilità di tornare a giocare in condizioni di sicurezza e quindi di portare a termine la stagione 2019-2020. Mancano all’appello la capolista Paternò, il Sant’Agata secondo in classifica e il Giarre che ha vinto la Coppa Italia regionale.
LETTERA APERTA
“Il nostro Paese con il decreto del Presidente del Consiglio del 01 marzo 2020 prima e successivamente con quelli del 08, del 09 e dell’11 marzo 2020 e per ultimo del 10 aprile 2020 ha preso cognizione della reale emergenza derivante dalla diffusione del contagio da COVID-19 e della necessità di bloccare tutto.
Ovviamente anche il mondo dello sport e quello del calcio è stato interessato da questi provvedimenti e si è fermato.
Tutti i Presidenti delle Federazioni sportive del CONI, per una volta, hanno dimostrato grande coesione ed unità di intenti in un’occasione così delicata per il Paese ed anche per il pianeta sport, che non ha precedenti nella storia.
E proprio il CONI nella riunione del 09 Marzo, nel bloccare ogni attività sportiva ha confermato che “in ogni azione e circostanza la tutela della salute è la priorità assoluta di tutti”, chiedendo, in ogni caso, “al Governo di inserire anche il comparto sport, sia professionistico sia dilettantistico, nell’annunciato piano di sostegno economico che possa compensare i disagi e le emergenze che lo sport italiano avrebbe dovuto affrontare”.
Ed il Governo nei vari decreti che si stanno susseguendo in questo prolungato periodo di emergenza ha anche effettuato degli interventi in favore del mondo dello sport, ma tutto questo secondo Noi, in questo momento, passa in secondo piano.
Oggi noi Vogliamo soffermare la Nostra attenzione riflessione sulla immane tragedia che ha colpito il Nostro amato Paese.
Tutti Noi viviamo ed operiamo in zone che fanno dell’attività turistica la loro unica fonte di lavoro, in cui le aziende si sono trovate, improvvisamente, a dovere fermare la produzione e le persone a bloccare tutte le proprie attività lavorative ed è ovvio che tutti dovremmo fare i conti con le gravi ripercussioni finanziarie che questa pandemia sta provocando.
Pertanto, in questo momento e per molto tempo a seguire, le Nostre energie e risorse dovranno essere utilizzate esclusivamente a pensare al bene dei Nostri dipendenti, delle loro e delle Nostre famiglie per cercare di ricostruire tutto quanto sarà irrimediabilmente perso fino al momento, che – haimè – si prospetta alquanto lungo, in cui si potrà finalmente ritornare alla “normalità”
Niente sarà più come prima.
È questo il tormentone degli ultimi giorni, con gli esperti che insistono col dire che, finchè non verrà trovato un vaccino, dovremo forzatamente rinunciare ad alcune cose per ancora diverso tempo.
Ma nonostante ciò assistiamo quasi giornalmente ad interventi sulla stampa e sugli altri mezzi di informazione da parte della UEFA, della F.G.C.I., Presidenti di squadre professionistiche che ritengono che il calcio non sia tra le cose a cui adesso dovere rinunciare, quasi come che questi signori vivano su un altro pianeta.
Mentre Noi esponiamo il nostro pensiero, i massimi organi della Uefa stanno già riflettendo sul come fare per prevenire il rischio di dover annunciare uno stop definitivo alla stagione 2019/2020: una cosa sembra essere però ormai certa, i campionati dovranno terminare entro agosto per potere disputare anche le coppe europee.
Si sono fermati definitivamente tutti i campionati ad ogni livello di rugby, di basket e proprio ieri di pallavolo ed oggi della pallamano.
Non può non pensarsi ai 21.067 morti che fino ad oggi si sono registrati nel Nostro Paese, agli oltre 123.000 decessi nel mondo ed alla pandemia che è ancora in corso in tutti i paesi della terra e potrebbe mietere, purtroppo, ancora migliaia e migliaia di vittime.
Ebbene, la ragione per cui abbiamo pensato di preparare questa “lettera aperta” è che abbiamo a cuore questo sport, abbiamo a cuore i nostri ragazzi, abbiamo a cuore il futuro delle nostre piccole società sportive, ma soprattutto abbiamo a cuore oltre alla Nostra e quella di familiari ed amici, la salute dei Ns tesserati, dei Ns tifosi e di tutti coloro che seguono ed amano il nostro piccolo-grande mondo del calcio dilettantistico.
Ebbene tutto questo se ora non ci fermiamo definitivamente, sarà certamente messo a rischio e forse cancellato per sempre.
Senza garanzie di sicurezza sanitaria, visto che Noi non abbiamo a disposizione dispositivi e persone per poter garantire ai nostri ragazzi e tesserati l’assenza di contagio, finire una stagione che potrebbe protrarsi fino a chissà quando, vorrebbe dire inevitabilmente sottrarre al futuro preziose e residue risorse, umane ed economiche.
Riteniamo che oggi la salute valga più di qualsiasi classifica o partita, promozione o retrocessione, vittoria o sconfitta.
I Nostri Ospedali sono ancora pieni di pazienti affetti dal COVID-19, tutto il Ns eroico personale sanitario è impegnato in prima linea nella dura lotta contro l’invisibile virus, non è pensabile di sottrarre anche un solo medico per controlli sui nostri tesserati, né di costringere eventualmente alla quarantena volontaria venti, quaranta o cento famiglie, oltre alle responsabilità penali che, in caso di contagio, potrebbero essere imputate ai presidenti.
Se i calciatori di squadre professionistiche hanno contratto il virus, nonostante i controlli specialistici ai quali sono sottoposti quotidianamente, come si può pensare che Noi potremmo garantire controlli e tutele ai Nostri calciatori e tesserati ora od in futuro prossimo ?
E’ notizia di oggi di una riunione del comitato medico-scientifico della Federcalcio il quale raccomanda che le squadre al momento della ripresa degli allenamenti siano raccolte in luoghi chiusi (ad esempio centri sportivi) sanificati e rispettosi di tutte le norme igienico-sanitarie. Ciò dovrebbe riguardare non solo giocatori e tecnici, ma anche tutte le persone che con loro devono entrare in contatto.
Già si dice che ben 11 società di serie A (non avendo un loro centro sportivo) dovranno trovare soluzioni alternative, e cioè luoghi da trasformare in qualcosa di simile ad un fortino !!!
E ciò dovrebbe avvenire anche per gli arbitri.
Si parla anche di seguire il gruppo squadra clinicamente con esami diagnostici da effettuare periodicamente quali tamponi, test molecolari, test sierologici ed esami del sangue generali.
Ovviamente tutte queste garanzie non sono possibili ed assolutamente impensabili per le società dilettantistiche, motivo per cui a Noi non può restare che chiudere tutto, considerato che non siamo in grado di potere garantire ai Nostri ragazzi il bene supremo della salute allo stesso modo dei calciatori professionisti.
Quindi non si possono non condividere le parole del Vice Presidente delegato della LND Sandro Morgana, che in una intervista di oggi al TGR Sicilia, ha dichiarato che la situazione del calcio di base è molto difficile e senza un consistente aiuto del Governo molte società dilettantistiche rischiano di sparire, proprio perché quanto sta mettendo in campo la serie A per i professionisti, dà la certezza che per parecchio tempo, in campo dilettantistico, non si potranno riprendere gli allenamenti e men che meno giocare.
Infatti, anche se i numeri stanno iniziando finalmente a stabilizzarsi, l’aumento giornaliero degli attualmente positivi viaggia intorno a 3000 persone al giorno, un numero pur sempre allarmante, per non parlare ancora degli oltre 600 decessi giornalieri, che ci fanno comprendere come ancora siamo abbastanza lontani dal ritorno alla “normalità” e che non bisogna mai abbassare la guardia di fronte ad un nemico così subdolo e pericoloso.
Alla luce di quanto rappresentato non siamo più disposti a proseguire i campionati e confidiamo che la Nostra presa di posizione sia un indirizzo ed un sostegno agli organi della Federazione per arrivare a questa decisione difficile, triste e dolorosa ma assolutamente “necessaria”, dando fin d’ora, la piena disponibilità per cercare tutti insieme di cominciare a tracciare, solo quando sarà possibile, una strada per il futuro, con concrete proposte, con aiuti finanziari concreti, che possano permettere a tutte insieme le Nostre piccole società di sopravvivere e di superare questo tristissimo e tragico periodo, riprendendo a praticare lo sport più bello del mondo, con gli stadi pieni di gente festante”.