L’ex vice-sindaco Antonio Saitta ha commentato l’intervento del Consiglio di Stato e le discusse prese di posizione del sindaco Cateno De Luca. Proponiamo di seguito il suo intervento.
“Ormai è ufficiale: anche quest’ordinanza è carta straccia. Il Consiglio di Stato l’ha dichiarata “abnorme” come avrebbe potuto dire qualsiasi studente al primo anno di Giurisprudenza. Resta sconcertante che tanta parte della Città, anche quella che non ti saresti aspettato, sia caduta nel tranello di sfruttare le legittime preoccupazioni per squallide operazioni di propaganda elettorale permanente.
Seminare il panico, incitare all’odio, ribellarsi verso le autorità legittime, autoproclamarsi salvatore della Patria, offendere persone e istituzioni non significa aiutare a superare le emergenze, ma ad aggravarle. Davvero in questo caso il fine sacrosanto (la tutela della salute) giustificava i mezzi (volgari, illegali, spesso ridicoli)? Anche se così fosse, pure un cieco avrebbe visto che il fine era la ricerca del consenso personale e non la salute dei messinesi.
In guerra un Sindaco non prova a sostituirsi all’Alto comando, ma fa il suo dovere. In un’epidemia si deve preoccupare di far camminare la macchina comunale, di far osservare i provvedimenti del Governo, di potenziare i servizi sociali e vigilare su quelli sanitari, non deve dedicare il suo tempo per scrivere provvedimenti palesemente illegittimi, contraddittori, buoni solo ad aggravare le difficoltà di cittadini ed operatori.
I TG nazionali ci hanno mostrato da giorni i buoni spesa distribuiti da sindaci in vari comuni d’Italia alle famiglie in difficoltà: a Messina nello stesso periodo si è giocato con i droni e con i soldatini minacciando di schierare un esercito di fantasia a difesa delle amate sponde.
Il Covid finirà e si dovrà affrontare il dramma della ricostruzione di una Città sempre più impoverita, materialmente e moralmente. Si dovrà interloquire con i Governi regionali e nazionali e la nostra comunità sarà rappresentata da questa classe dirigente la cui credibilità è ormai conosciuta in tutta l’Italia, ma che tanti, qui in riva allo Stretto, continuano ad osannare”.