Proponiamo uno stralcio dell’intervento del deputato regionale Francesco De Domenico sulla gestione dell’emergenza Coronavirus in provincia.
“Voglio porre l’accento su alcune problematiche, in prevalenza sanitarie, che si accompagnano alle gravi emergenze, tuttora irrisolte, relative ai tamponi, all’allestimento dei covid-hospital, all’effettiva distribuzione dei 100 milioni ai comuni, alla incapacità di informatizzare gli spostamenti con autocertificazione.
1. Questione RSA e case di riposo: sono una priorità assoluta che non è stata affrontata con determinazione. Ritengo necessario isolare totalmente le strutture da contaminazioni con l’esterno: non basta avere precluso l’accesso a parenti ed esterni, è necessario che chi lavora a stretto contatto con gli anziani, oltre che essere dotato di adeguati DPI, sia obbligato a risiedere dentro la casa di riposo o, in assenza di locali dedicati nelle strutture, in specifici locali isolati, predisposti dalla sanità regionale. Non possiamo correre nemmeno il rischio di contaminazione: gli anziani sono la categoria più colpita dal Covid-19, e in moltissimi casi si rende necessario il ricovero in terapia intensiva, che spesso evolve in decesso. Abbiamo il dovere, anche morale, di tutelarli e di mettere in sicurezza la capacità del sistema sanitario di reggere un così alto numero di ricoveri.
2. Dializzati, malati oncologici e soggetti immunodepressi sono un’altra categoria esposta a grave rischio del contagio. Esistono servizi dedicati, gestiti da privati per conto dell’ASP, che si occupano del trasferimento di dializzati e malati oncologici nelle strutture specifiche dove possono ricevere le cure necessarie; i mezzi e il personale privato, però, possono avere linee di contatto con altri servizi a rischio contagio. È perciò di fondamentale importanza che gli automezzi e gli operatori coinvolti nell’assistenza a dializzati, malati oncologici e immunodepressi siano attentamente monitorati e sottoposti regolarmente a controlli e analisi più rigidi.
3. Dovremo convivere con l’emergenza ancora per molto tempo. Tuttavia, le altre patologie non sono in quarantena, per cui è necessario non sguarnire i normali reparti, riorganizzando con metodologie e spazi diversi i servizi sanitari, cominciando da quelli dedicati alla prevenzione (penso alle varie forme di tumori), che non possono fermarsi. Pertanto, bisogna dedicare risorse e tempo alla telemedicina, da remoto, e soprattutto la medicina a domicilio, andando dal paziente, evitando il più possibile, che questi si rechi autonomamente in ospedale. È un piano che non può più aspettare e che deve vedere coinvolto il servizio 118 (altro punto di debolezza del sistema), se non vogliamo che dopo il coronavirus ci siano altre emergenze sanitarie.
4. Sulla crisi economica, al netto degli interventi governativi, (pochi, poco chiari e lenti), a livello regionale si annaspa fra slogan e mancanza di “visione strategica”. Non proporre un bilancio da approvare nel termine del 31 dicembre, ha comportato incredibili difficoltà nella programmazione degli interventi di spesa e nella riallocazione delle somme previste nei vari capitoli di bilancio. Così si continua a privilegiare lo scarica-barile di responsabilità tra i diversi livelli di governo, mentre la gente ha bisogno di risposte immediate. L’imperativo è saldare tutti i fornitori del settore pubblico a qualunque livello: statale, regionale, comunale e di tutti gli enti locali. Si dovrebbero creare fondi di garanzia, in modo che le banche possano aumentare le somme da erogare a fronte di una garanzia regionale sui debiti e le imprese e le famiglie possano usufruire presto della liquidità erogata”.