Tra gli elementi di maggiore qualità in casa Fc Messina c’è sicuramente l’argentino Facundo Coria, capace di firmare sei reti e quattro assist nel corso della sua stagione, iniziata soltanto alla settima giornata, quando è stato formalizzato il suo tesseramento. Soltanto il bomber Carbonaro con tredici è stato più prolifico.
Il campionato però è fermo per un’emergenza sanitaria senza precedenti, che ha già fatto 7500 vittime in Italia. “Una situazione insolita, a cui dobbiamo adattarci – ammette il talentuoso centrocampista –. Fortunatamente non c’è nessun coinvolto nella squadra o nelle rispettive famiglie. C’è preoccupazione perché non sappiamo se il torneo continuerà o no né quando potremo tornare ad allenarci. E poi c’è ovviamente il dolore per un Paese molto provato”.
In squadra ci sono ben dieci stranieri. Avete sentito i vostri parenti in Argentina, come stanno vivendo questo momento? “Anche lì sono state adottate le necessarie contromisure. L’intero paese è in quarantena, ma per fortuna il livello di contagio è ancora basso e si sta combattendo per contenerlo”. L’ultimo aggiornamento parla di circa 400 casi, con otto decessi e una cinquantina di guarigioni.
Il calcio è passato in secondo piano. Ritieni che il campionato possa ancora ripartire o a questo punto si chiuderà in anticipo? “Non so cosa accadrà con il torneo e questo mi preoccupa molto perché avevamo svolto un lavoro molto importante, compiendo tanti progressi rispetto a quando abbiamo iniziato ed eravamo peraltro molto carichi”.
Come vi state tenendo in allenamento, considerata la sospensione delle sedute di gruppo? “All’inizio sono andato da solo nelle zone di montagna per seguire le indicazioni del preparatore atletico Lorenzo Dascola. Dal momento che poi la situazione è andata via via peggiorando, ho smesso di allenarmi lì e adesso seguo il programma personalizzato soltanto in casa, come peraltro impone il Governo”.
Con il cambio in panchina siete riusciti a cambiare passo. Sei soddisfatto dell’attuale quarto posto? “Abbiamo risalito la classifica e avendo già giocato contro sette delle prime dieci in classifica (all’appello mancano soltanto Troina e Acr Messina, ndc) ritengo che l’attuale quarto posto non sia affatto male”.
Dirigenti e compagni lodano il tuo lavoro per la squadra. Ti era mai capitato in carriera di dovere faticare così tanto per i compagni? “Lavoro da sempre per la squadra e non sono mai stato un giocatore egoista. È l’unico modo in cui so giocare”. Sono finalmente in aumento le presenze allo stadio. Com’è stato l’impatto con il tifo organizzato? “È bello vedere i tifosi unirsi alla squadra. Questo significa che stiamo facendo bene. Speriamo che Messina possa supportarci sempre di più”.
Soltanto un gol nelle ultime cinque trasferte: hanno pesato le assenze di Aladje e Carbonaro? “Rispondo con onestà. È sempre positivo poter contare sul proprio migliore marcatore come Paolo o su uno specialista dell’area di rigore con Alberto, che ci avrebbe dato maggiore varietà di soluzioni e possibilità di segnare. Ma siamo riusciti comunque a limitare le conseguenze”.
Se si dovesse riprendere a giocare, hai un obiettivo personale da centrare? “Cerco sempre di migliorarmi, ma il calcio è uno sport di squadra e mi spendo molto anche per dare un equilibrio difensivo alla squadra. Fino a quando la squadra vince sono felice, alla fine è quello il nostro scopo principale”.
Con il presidente e la dirigenza avete parlato di futuro o hai già altri programmi? “La mia intenzione è di rimanere in Italia, ecco perché ho portato la mia famiglia qui. Vedremo come concluderemo la stagione ma sarei felice di continuare a Messina”.
È stato lo spogliatoio la vostra arma migliore? “Devo dire che il gruppo è molto valido per la categoria. Potremmo giocare con una squadra di serie B argentina e competerci tranquillamente. In porta con Marone e Aiello siamo ben coperti, difesa e attacco hanno grande qualità. In mezzo al campo c’è capitan Giuffrida, che è un leader dentro e fuori dal campo. Penso che ognuno stia dando il suo contributo”.