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Il Viminale schiera anche l’Esercito. La Regione: presto 200 posti letto in più

Un maggiore controllo preventivo e una più intensa attività sanzionatoria nei centri abitati, con particolare riguardo ai capoluoghi di provincia e agli approdi dello Stretto. Li ha chiesti il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in una nota inviata al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, considerata “la perdurante diffusa inosservanza delle norme di prevenzione della diffusione del Covid-19”.

Il governatore, nella lettera inviata al responsabile del Viminale, ha sottolineato come l’isola “sia una Regione dove il tasso di crescita dei soggetti positivi al contagio, in questo momento, si rivela superiore a quello della media nazionale”. La risposta da Roma non si è fatta attenere. Una parte dei militari dell’Esercito in servizio in Sicilia sarà da venerdì impiegata nelle pattuglie di vigilanza urbana e nei punti di arrivo dei passeggeri. Lo ha assicurato proprio il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Luciana Lamorgese
Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese (foto Twitter)

Musumeci, intervenendo a Mattinocinque, ha fatto il punto anche sul fronte sanitario: “La situazione è sotto controllo, ma ci stiamo preparando al peggio: è probabile che l’escalation dell’epidemia possa arrivare alla fine di marzo o ai primi di aprile. Ci stiamo attrezzando con nuovi posti di terapia intensiva, ne abbiamo 411 ma ne stiamo creando altri 200 e abbiamo mobilitato le strutture private”.

C’è d’altronde l’esempio della Lombardia, dove non c’è più posto né negli ospedali né nei cimiteri: “Alcuni pazienti sono stati trasferiti in Sicilia: siamo orgogliosi di averli potuti accogliere in uno spirito di solidarietà nazionale”. Anni di tagli alla spesa hanno ridotto i posti letto e le risorse destinate alla sanità. Ora il Paese sta pagando un conto salatissimo in termini di vite umane e di dolore.

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