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Coronavirus in Italia, 196 decessi e 2076 nuovi casi in più. L’Oms: è pandemia

Non conosce purtroppo flessioni la curva relativa alla diffusione del Coronavirus in Italia, ormai di gran lunga il secondo paese al mondo dopo la Cina per penetrazione dell’epidemia.

Sono 10.590 i malati di coronavirus in Italia, 2.076 in più di ieri, mentre il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 12.462. Il dato è stato fornito dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione Civile. Le vittime sono complessivamente 827: rispetto al giorno prima sono 196 in più. 41 i guariti, che portano il totale a quota 1045.

mascherine protettive
Sempre più diffuso l’utilizzo di mascherine protettive (foto Pixabay)

Sempre più sotto pressione i reparti di terapia intensiva, dove il dato è in aumento di 151 unità rispetto al giorno precedenti. Devono fare ricorso ai respiratori artificiali ben 1028 persone. Aumentano addirittura di 800 unità infine i ricoveri, passati adesso a quota 5838 negli ospedali italiani.

E anche a livello internazionale sale al livello massimo l’allerta. “Abbiamo valutato che il Covid-19 può essere caratterizzato come una situazione pandemica”. Lo ha annunciato il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel briefing da Ginevra sull’epidemia di coronavirus. “Nelle ultime due settimane il numero dei paesi fuori dalla Cina che sono stati colpiti dal coronavirus è triplicato”. Gli ultimi dati diffusi dalla Johns Hopkins University parlano di circa 125mila casi in 118 differenti paesi, e quasi 4.600 persone hanno perso la vita.

Ghebreyesus
Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa (foto Ansa)

“Descrivere la situazione come una pandemia non cambia la valutazione dell’Oms sulla minaccia rappresentata da questo coronavirus. Non cambia ciò che l’Oms sta facendo e non cambia ciò che i paesi dovrebbero fare – ha aggiunto –. Nei giorni e nelle settimane a venire prevediamo un aumento del numero di casi, del numero di morti e del numero di Paesi colpiti. Siamo profondamente preoccupati sia dai livelli allarmanti di diffusione e gravità, sia dai livelli allarmanti di inazione”. Il riferimento è a varie nazioni europee, ma anche agli Usa, che sembrano sottostimare la portata della diffusione del virus. L’impressione è che l’aumento dei casi costringerà presto tutti a un brusco risveglio.

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