Sul calcio pende una nuova spada di Damocle. Lega e club attendono di capire come il Governo trasformerà in decreto l’indicazione del Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Giuseppe Conte per affrontare l’emergenza coronavirus. Che continua a fare paura, nonostante 160 guarigioni. Le morti nel nostro Paese sono aumentate a 79, con un’impennata di 27 nelle ultime ventiquattro ore. Quasi 2300 le persone tuttora contagiate, almeno stando ai risultati dei tamponi.
L’input arrivato dal Comitato è quello di evitare per trenta giorni in tutta Italia manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l’affollamento di persone e il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro. Una raccomandazione che, secondo quanto si aspettano i presidenti dei club, dovrebbe tradursi in porte chiuse, e questa volta senza limitazioni legate alle zone rosse, ovvero Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Diversi club ritenevano che già oggi il governo potesse prendere un provvedimento simile. Ci stanno pensando seriamente Liga spagnola, Ligue1 francese, Premier League inglese e Bundesliga tedesca, per non fermare il campionato, come è già avvenuto in Svizzera. E il governo di Madrid ha “raccomandato” di far disputare senza pubblico Valencia-Atalanta in Champions e Getafe-Inter di Europa League.
In pratica, la stessa linea annunciata una settimana fa dalla Lega per Juve-Inter, che poi è stata però rinviata sabato, alla vigilia del match, inseme ad altre cinque gare della settima giornata di ritorno della serie A, dal presidente della Lega Paolo Dal Pino, con una mossa che ha fatto infuriare l’Inter ma anche altri club, Fiorentina su tutti.
Per non fare brutta figura all’estero con gli spalti vuoti, il calcio italiano ne ha fatta una forse peggiore davanti all’Italia impegnata a contrastare la crisi sanitaria. Un cortocircuito fra accuse, veleni e lunghe trattative, i cui protagonisti raccontano le pressioni di Agnelli, i continui cambi di scenario per le limitazioni previste dai decreti del governo, l’intervento del n.1 della Figc Gabriele Gravina, mentre il ministro Vincenzo Spadafora provava a togliere ogni alibi al mondo del calcio, e il presidente dell’Inter insultava Dal Pino definendolo “pagliaccio”, e per questo la Procura federale ha aperto un’inchiesta.
Alla fine tutto si è chiuso con il ritorno al punto di partenza, come in un grottesco gioco dell’oca. Andrà deserta l’assemblea di Lega di mercoledì a Roma, perché diciotto club hanno già approvato il calendario con Juventus-Inter lunedì 9 marzo, il big match da cinque milioni di euro di incasso per il club bianconero. Ma se e come si giocherà ora dipende dal governo.
Resta da capire se le decisioni avranno un riflesso anche sulle categorie minori. Anche se il girone più meridionale della C e cinque dei nove gironi di D hanno giocato regolarmente nell’ultimo weekend e la B è scesa in campo anche martedì sera per il turno infrasettimanale. Come se il virus puntasse soltanto ai match di cartello. Nelle prossime ore se ne saprà, finalmente, di più.