Inizio di settimana surreale per l’Acr Messina. La squadra infatti non ha ripreso gli allenamenti, su disposizione della proprietà, rimasta per qualche giorno fuori sede. Una decisione senza precedenti, che fotografa al meglio lo stato confusionale attraversato dal club, dopo la battuta d’arresto con il Marina di Ragusa, la dodicesima sul campo tra campionato e Coppa Italia.
La famiglia Sciotto, che per concomitanti impegni di lavoro non aveva seguito dal vivo neppure il match di domenica, aveva comunicato ai tesserati già domenica sera la momentanea sospensione dell’attività agonistica. In realtà, nella giornata di martedì, i componenti dello staff tecnico e una delegazione della squadra hanno raggiunto comunque gli impianti che solitamente ospitano la preparazione settimanale, il “Despar Stadium” e il “Franco Scoglio”.
Secondo quanto è filtrato, erano presenti anche alcuni dirigenti: il direttore sportivo Pasquale Leonardo, il segretario Antonino Minutoli e il team manager Roberto Buttò, figure queste ultime peraltro mai ufficializzate, come l’annunciato organigramma che doveva compensare gli addii dei dirigenti del Camaro, dimissionari in concomitanza con l’addio dell’ex direttore generale Antonio D’Arrigo, divenuto nel frattempo il nuovo esperto comunale sugli stadi.
Lo spogliatoio avrebbe chiesto rassicurazioni sull’immediato futuro ma, considerato il silenzio stampa imposto a tutti i tesserati, non emergono ulteriori dettagli.
È chiaro che una scelta così drastica da parte della proprietà rischia di avere conseguenze. Domenica il Messina sarà di scena a Marsala, sul campo di una formazione in grande difficoltà, che ha conquistato appena un punto nelle ultime sei gare. Ma avere già saltato una seduta di allenamento, con l’eventualità di restare fermi anche mercoledì, complica oltremodo i piani di Karel Zeman e dei suoi collaboratori.
A Giammoro si sarebbe già tenuto un vertice societario e ulteriori confronti sono attesi nelle prossime ore. La proprietà, che un anno fa paventò un suo disimpegno salvo poi affidare l’ordinaria amministrazione a un cda interno, in attesa di eventuali acquirenti, deve compiere una scelta definitiva. In estate proprio l’ingresso della dirigenza del Camaro consentì l’ennesima ripartenza a una società che in tre anni di vita più volte ha azzerato organici dirigenziali e progetti tecnici, rivoluzionando regolarmente la rosa in sede di mercato.
Adesso, con la sessione professionistica alle spalle e la sola finestra degli svincolati come appiglio eventuale, tutto da verificare, ci sono soltanto impegni da onorare, per provare a risalire la china e chiudere l’ennesima stagione degli obiettivi sfumati in modo dignitoso, come consentirebbe anche il calendario.
Nonostante l’era dei social alimenti rumors e spifferi, non resta che attendere. Anche perché la proprietà dell’Acr ha già dimostrato a più riprese di patire gli sbalzi di umore successivi a una cocente sconfitta. Presto si capirà se la sospensione degli allenamenti è stata soltanto una reazione d’istinto e se gli scenari cambieranno ancora.