Il tecnico dell’Acr Messina Karel Zeman, come tradizione, non le manda a dire in fase di commento. L’undicesima partita della sua gestione è coincisa con il primo pareggio dopo cinque vittorie e altrettante sconfitte. Un 1-1 acciuffato in extremis, che non soddisfa i peloritani: “È l’ennesima partita in cui non vinciamo e rischiamo di perdere, dopo avere fatto il bello e il cattivo tempo a centrocampo. Se fosse capitato una volta sarei soddisfatto. Invece così ci si stanca di non vincere partite che facilmente potevano essere nostre”.
Un concetto che ha tenuto a ribadire nel post-gara: “Ci abbiamo messo poca attenzione. Avevamo dominato sul campo e bastava fare due movimenti giusti e centrare la porta per stravincere. Ma questa supremazia è stata vanificata. Siamo felici perché abbiamo tenuto il pallino del gioco in mano, ma scontenti perché non lo abbiamo sfruttato a dovere”.
Ai microfoni di Radio Amore, l’ex allenatore del Gela ha cercato di analizzare le motivazioni di un’altra prova che lo soddisfa a metà, anche se tiene i playoff a sei lunghezze di distanza, un divario non insormontabile: “Non so cosa lo origina. In settimana cerco di essere allenatore, psicologo, psichiatria, gestore delle risorse umane e comunicatore. Evidentemente a questa squadra non basta… In settimana abbiamo provato di tutto, in campo e fuori”.
Neppure gli arrivi di Emiliano, che conferisce grande esperienza alla retroguardia, e Arcidiacono, che offre nuove soluzioni in avanti, sembrano avere risolto i mali di una squadra che sul campo ha conquistato 27 punti, nove in meno rispetto al Giugliano quinto: “Come si fa a spiegare che dovremmo tornare a casa con tre punti e non lo facciamo quasi mai? Se guardo la situazione in classifica penso che si possono recuperare ma i fatti dicono che è più difficile continuando così. È stato fatto di tutto per mettere il gruppo nelle migliori condizioni per vincere. Sembrava facile ma non è stato così”.