L’attaccante Paolo Carbonaro è rimasto a secco ma non ha fatto pesare più di tanto l’assenza per infortunio di Aladje. A pesare un altro errore dal dischetto, dopo quello con il Licata: “Mi dispiace per il rigore perché eravamo sull’1-0 e potevamo raddoppiare prima. Sono felicissimo per Coria, che dopo essersi allenato a lungo con noi può finalmente darci una mano. Conoscevamo le sue qualità ma al di là dei singoli conta la prestazione della squadra. Abbiamo mostrato grande carattere e voglia di centrare l’obiettivo”.
Anche in una posizione differente, l’ex veneziano si è dimostrato una spina nel fianco per la retroguardia del Giugliano: “Il mister mi conosce bene perché mi aveva allenato anche in passato e sa che posso ricoprire più ruoli. Cerco di fare quello che mi dice in settimana, sia se agisco da esterno che al centro. Sono al servizio della squadra, secondo il piano tattico previsto dallo staff”.
Il tesseramento di Coria dà finalmente a Costantino un’importante opzione in mezzo al campo, soprattutto in una fase in cui sono ai box Alessandro Marchetti, Dambros e Aladje: “Abbiamo ancora altri giocatori da recuperare. In questa fase purtroppo non siamo mai al completo. Speriamo di farlo presto e di avere ancora più competizione, per alzare ancora il livello degli allenamenti, e toglierci qualche soddisfazione”.
Per la prima volta in stagione il Fc ha mantenuto inviolata la porta difesa da Aiello: “Ci tenevamo perché lavoriamo tanto. Anche gli attaccanti devono pressare di più, per non farli uscire. La fase difensiva non riguarda soltanto la retroguardia. Con Facundo ed Ezequiel infatti ci siamo sacrificati tanto, all’inizio delle loro azioni. Questo ha agevolato anche il compito dei difensori”.
Il Palermo è già in fuga e il Fc è a -5 anche dai playoff: “Siamo alla settima giornata, è troppo presto stilare bilanci o altre valutazioni. A mio avviso soltanto tra novembre e dicembre avremo un quadro più chiaro”.
L’inizio di stagione, che ha visto Carbonaro andare a segno già quattro volte in campionato, allontana le perplessità emerse in estate sull’effettivo valore dell’attaccante palermitano: “Gioco da tredici anni e le voci negative sul mio conto sono state originate dall’ultima annata, che ho effettivamente toppato. Ma avevo saltato il ritiro e mi ero aggregato soltanto a novembre. Poi mi sono stirato e quindi di fatto il mio campionato è iniziato a gennaio. Quando una sbaglia finisce subito nel mirino. Fortunatamente non mi sono mai esaltato né buttato giù”.
Le basi per un’annata diversa sono state poste in Sila: “Quest’anno sapevo di dovere fare un grande ritiro. Il mister e il suo staff mi hanno aiutato moltissimo. Abbiamo lavorato bene e piano piano cerchiamo di raccogliere i frutti. Spero di continuare così fino al termine della stagione”.
A pesare però gli errori dal dischetto. Carbonaro ricostruisce quanto è accaduto: “Il rigorista sono io. Melillo, che è rientrato da poco dopo l’infortunio, non ha ancora segnato e quindi l’ho guardato per capire se volesse calciarlo lui ma lui ha rinunciato. Potrei avere sbagliato anche perché ho perso un po’ di concentrazione. Ad ogni modo il portiere forse mi conosceva e si è buttato proprio sotto la traversa. Il secondo rigore mi sembrava giusto lasciarlo a Melillo, che è un amico più che un compagno”.